venerdì 29 gennaio 2010

CRISI ECONOMICA E POLITICA

Torno in questo spazio in cui si cerca di parlare un po’ di politichese. A volte, mi sento quasi in imbarazzo nell’affrontare certe questioni di natura politica, ma poi mi rendo conto che non c’è niente di male se un cristiano affronta anche la vita istituzionale del mondo temporale. Tempo fa, ascoltai un famoso parroco il quale disse come, in realtà, il senso di laicità era anche dentro noi cattolici e lui stesso, che era un uomo consacrato, sapeva che non avrebbe potuto chiudere gli occhi dinanzi a ciò che accadeva nel mondo, solo per il fatto di essere un prete. 

Fatta questa premessa (che in futuro mi piacerebbe approfondire) torno sull’argomento del giorno: la crisi economica e la risposta politica. Ieri sera ho visto in televisione, il noto programma di approfondimento condotto da Michele Santoro, “Annozero”. Ebbene sì, lo ammetto: ho visto Santoro anche se tutti dicono che è un uomo di parte, poco professionale, che è un criminoso ecc… Le chiacchiere sono sempre inutili e infatti Santoro mi è sembrato un conduttore ottimo e nemmeno così di parte come vogliono far credere. Va lodato però, perché è stato uno dei pochi a dar voce a uomini abbandonati e dimenticati dal popolo e soprattutto dai politici che loro stessi hanno votato.

Santoro ha mostrato la situazione di 18 dipendenti della FIAT di Termini Imerese, licenziati da un momento all’altro, e ha dato voce e spazio a questi uomini che, pur di difendere il proprio posto di lavoro e quindi il proprio diritto di lavoro e il proprio futuro, sono rimasti per settimane su di un tetto sotto il freddo gelido e le intemperie. Mentre essi venivano oscurati dalla maggior parte delle televisioni, ieri sera hanno potuto mostrare il loro disagio e la loro situazione. E allora mi sono chiesto: ma da chi siamo governati? Chi sono i preposti alla nostra tutela e sicurezza? Chi lavora per noi? Un politico, che sia a livello locale, regionale o nazionale, deve avere come suo compito principale e quasi come missione, quella di pensare ai propri cittadini che rappresenta. Questo non è un semplice lavoro o un semplice incarico, ma è una missione: prendersi cura dell’interesse collettivo e affrontare i vari problemi che sorgono. Ieri sera, vicino a quei dipendenti in protesta, non c’era nessun politico. Non c’era nessun dirigente dell’impresa. Sono stati abbandonati e hanno mostrato la faccia di una politica lontana dalla società civile e ormai rimasta legata solo a schemi di potere. In Puglia, abbiamo assistito ad un fantastico risultato legato alle primarie per la scelta del candidato politico del centrosinistra alle prossime elezioni regionali. La gente, come saprete, si è espressa a favore di Nichi Vendola. Perché introduco quest’episodio? Perché la gente ha sconfitto i giochi di potere che il partito di centrosinistra stava compiendo per arrivare prima alla poltrona. Eliminare Vendola per cercare una coalizione vincente. Il risultato, dunque, non era cercare l’interesse cittadino, l’approntare un programma politico che recepisse le istanze e le esigenze delle persone: esso era rivolto a vincere soltanto il diritto di sedersi sulla poltrona. E’ questa è una cosa vergognosa.

In molti Paesi europei e non, in questi mesi di crisi economica, il Parlamento ha funzionato per affrontare due temi in particolare: la ricerca e il lavoro. In Italia, sono mesi che si parla solo di processo breve e di legittimo impedimento e di ripristino dell’immunità parlamentare. Dov’è il lavoro? Dov’è la ricerca?

Stiamo confluendo in un mondo fatto di precarietà e disoccupazione: come faremo a costruire qualcosa se chi ci governa non pensa a questi problemi per affrontare situazioni contingenti? Chi sfama i disoccupati? In questi giorni, si parla sempre della Cassa Integrazione che è opera del governo: ma essa è una misura tampone, che non risolve il problema. E poi non tutti possono accedervi e dunque chi sfama coloro che rimangono privi di ogni forma di sostentamento? Dio ha detto all’uomo che avrebbe dovuto lavorare per mangiare. Oggi ci è tolto anche questo: non possiamo nemmeno lavorare per mangiare. E il tutto a causa degli interesse di pochi: non nascondiamoci, la verità è che pochi furbi hanno tolto il pane dai deboli. Mentre la gente rimaneva senza lavoro, molti di loro se ne andavano con bonus da far girare la testa. E’ il lucro che ha distrutto le speranze di quegli operai: non poteva l’azienda evitare la distribuzione degli utili per poter reintegrare operai rimasti privi di forme di sostentamento?

Perché ci si ostina a cercare il lusso e il lucro, pur sapendo che è inutile e che da un momento all’altro, Dio potrà chiedere la nostra vita? Non sarebbe meglio aiutare il prossimo per creare un tesoro nei cieli piuttosto che un tesoro in terra destinato a non seguirti?

Chiudo temporaneamente con alcune esortazioni. Ai politici: tornate ad incarnare lo spirito di un politico e dimenticate i vostri interessi, ma pensate al bene di questo Paese e a quello di chi vi dà fiducia e ripone speranza in voi. Agli operai: non smettete di lottare per un diritto che ci appartiene e che è quello del lavoro. Ma rimaniamo negli schemi della legalità e del pacifico e confidiamo in Dio che ha sempre nutrito i suoi figli anche quando tutto sembrava perduto. La speranza risiede in Lui e in Gesù Cristo: credetemi, se confiderete in Lui, vi sentirete cento volte più forti. Ed infine, a voi ricchi imprenditori e sciacalli: state rubando il pane dalla tavola dei poveri per nutrire i vostri capricci: state attenti, perché da un momento all’altro, Dio vi chiederà la vostra vita e cosa direte quando sarete dinanzi a Lui? Leggetevi, piuttosto, la parabola del ricco e di Lazzaro e vedete la fine che fa il ricco. Il tesoro più grande non è il denaro o il lusso, ma è il bene che accumuliamo sulla Terra: più aiutiamo il prossimo e più grande sarà il nostro tesoro nei Cieli! Ma più rubate al prossimo e più la bilancia peserà dalla parte sbagliata e nessuno vi potrà più salvare.


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