Oggi, si celebra la festa dei lavoratori, ma ci sono già molte incongruenze. Molti hanno pensato di lavorare ugualmente mentre altri si sono fermamente opposti ad onorare questa festa ed altri ancora hanno gridato allo scandalo perchè gli è stato impedito di lavorare. Ma non è l'unica incongruenza, o meglio l'unico paradosso di questa giornata. Il fatto è che oggi noi celebriamo la festa di tutti i lavoratori, in un momento in cui vi sono fasce di disoccupazione in costante aumento e in un momento in cui vi sono ancora morti bianche.
Che dire: la prima cosa che mi viene da dire è che la Chiesa ha ragione: questa è una festa che va onorata e non si può sempre anteporre l'ideale del commercio e del danaro. In secondo luogo troverei alquanto ingiusto che un datore di lavoro che voglia lavorare, debba costringere i suoi dipendenti a lavorare in questa giornata. Questa è una giornata importante perchè il lavoratore finalmente si può riposare e festeggiare la sua dignità di lavoratore. Non è un caso che oggi celebriamo la figura di San Giuseppe lavoratore proprio perchè quest'ultima rappresenta la dignità del lavoratore, una dignità che oggi viene molte volte calpestata o scavalcata da logiche opportunistiche di mercato. Con sempre il dollaro che viene posto dinanzi a tutto...
Ma oggi, come detto, è un pò particolare perchè non è facile festeggiare sapendo la crisi in cui viviamo: cassintegrazione, mobilità, precarietà e disoccupazione rendono il mondo del lavoro non un mondo che abbia poi così tanta voglia di festeggiare. E ieri ho letto sul giornale come un politico anteponga la forma alla sostanza pur in un momento così delicato. Un ministro (mi astengo dal nominarlo per evitare interferenze) ha impugnato una legge regionale, se non sbaglio pugliese, che stabilizzava la bellezza di ottomila precari nel comparto ospedaliero. Il vizio di forma risale alla lesione delle ripartizioni delle competenze Stato-regioni. Al di là di questo fattore tecnico-giuridico, io mi chiedo cosa penseranno quelle ottomila persone che dopo aver avuto il sogno del posto fisso, ora lo vedono scomparire di nuovo e tramutarsi in un incubo solo perchè la forma non può essere sacrificata alla sostanza. Insomma, siamo in un momento tragico dal punto di vista dell'occupazione e noi ci impuntiamo su questioni di forma? Io mi aspetto che l'impugnazione non abbia buon fine o che il governo allora prenda in mano la situazione e stabilizzi quegli ottomila precari al posto della regione. Anzi, quello che vorrei, è una presa di posizione forte contro questa deriva precaria perchè vivere in un mondo in cui non vi è nemmeno più la possibilità di lavorare, è un mondo vuoto e incapace di esser vissuto. L'uomo ha ricevuto la dignità del lavoro da Dio stesso: e noi non siamo nemmeno in grado di garantire questa dignità perchè vi devono sempre essere interessi superiori o settoriali. E sinceramente, io vorrei una politica in grado di lavorare su questo aspetto, invece di lavorare solo su stessa.
Infine, c'è un ultimo e più doloroso paradosso: le morti bianche. Oggi celebriamo i lavoratori, ma ci dobbiamo ricordare anche delle centinaia di migliaia di vittime del lavoro. Non è il momento di pensare alle responsabilità, anche se avrei molto da dire, ma voglio solo dedicare loro un pensiero con la speranza che in futuro, non ci perda più il bene prezioso della vita per negligenza altrui o propria. Consideriamo il lavoro seriamente e consideriamo la sicurezza sul lavoro un bene imprescindibile e un obiettivo di gestione aziendale: perchè se continueremo a considerare la sicurezza sul luogo di lavoro, come un costo o come un peso (economico per le imprese, di perdita in termini di tempo per i lavoratori) allora ogni giorno, continueremo a leggere di morti bianche. E sinceramente, morire per il lavoro, in un epoca che si autoproclama evoluta e moderna, è alquanto paradossale...
Un augurio a tutti i lavoratori d'Italia e del mondo intero!!!!!
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