Proprio in questo momento è in scena una bellissima manifestazione, quasi una festa del popolo, riunita in nome di una vera democrazia.
Al di là dei motivi di natura politica, mi piace vedere queste manifestazioni perchè significa che vi è interessamento del popolo alle vicende del Paese e che il menefreghismo tipico dei popoli, si sta attenuando. Certo vi è bisogno di equilibrio perchè si rischia l'esasperazione o l'estremismo, ma nel complesso sono belle manifestazioni di democrazia.
D'altronde, democrazia vuol dire governo del popolo, ed è giusto che il popolo partecipi attivamente e non passivamente alle vicende del Paese. Mi spiace che alcuni politici pensano che si tratti di una poltiglia o di un conglomerato grottesco, ma bisogna saper accettare il popolo e non negare il suo giudizio. Il popolo non può essere chiamato in causa solo per ratificare le elezioni, ma deve essere chiamato in causa in ogni questione di notevole importanza. E quando il popolo vuole protestare in via pacifica, nessuno glielo dovrebbe impedire. Mancar di rispetto a queste persone è grave secondo me, perchè si delegittima la sovranità popolare.
Stessa cosa vale per gli scioperi perchè uno sciopero ha sempre un fondamento e non lo si può ridurre solo a politica e indottrinamento. Grazie allo sciopero, il lavoratore ha guadagnato la dignità e le condizioni di lavoro di cui può godere oggi. E come dice la dottrina sociale della Chiesa Cattolica, il lavoro è fondamentale e deve garantire un esistenza dignitosa per il lavoratore e la sua famiglia (come del resto ha voluto Dio, quando scacciò Adamo dall'Eden...) Quando questa possibilità viene meno, è normale manifestare il proprio disagio specie in un momento in cui si tende a perdere quelle conquiste che le lotte sindacali avevano prodotto nei decenni passati. Ecco perchè quando il Ministro Sacconi ha ridotto subito l'entità dello sciopero, mi sono sentito un pò arrabbiato perchè anche se a protestate fosse un solo uomo, quell'uomo ha diritto di essere ascoltato e aiutato. Invece, e devo dirlo nonostante la mia imparzialità, il Governo non mostra molto interesse verso questi lavoratori: e abbiamo visto che mentre si nega la crisi, ben diciannove persone si sono suicidate a causa proprio di questa crisi.
Assistiamo ad una politica basata solo su botta e risposta degni dei bambini delle scuole elementari, ma vediamo un abbandono delle classi meno abbienti che si ritrovano in una situazione sempre più precaria; quindi aumenta il dislivello tra ricchi e poveri. I ricchi si arricchiscono e i poveri si impoveriscono. Meno male che la Caritas interviene fornendo l'aiuto più necessario come il cibo. Ma so che un uomo vorrebbe mangiare del proprio lavoro e vorrebbe mantenere la propria famiglia con il proprio lavoro. La domanda è: chi può ridargli la possibilità e la dignità per farlo?
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