R. - La Pasqua dura otto giorni e attraverso Santa Faustina, la domenica in albis - la seconda di Pasqua - il Signore ha voluto assegnarla come il completamento del mistero pasquale, soprattutto riferendosi al Padre. Quindi la Divina Misericordia - ricordiamo quindi che il culto non è di Gesù misericordioso ma della Divina Misericordia - è riferito a tutta la Santissima Trinità. Gesù ha versato tutto il suo sangue perché arrivassimo a questo incontro con il Padre e potessimo ricevere lo Spirito Santo: Pentecoste, quindi. Qui l’icona mostra il cuore del padre che ci dà i due massimi doni: il sangue del Figlio, e l’acqua dello Spirito rappresentati adesso con i due raggi, rosso e bianco. E’ questa la lettura teologica. In sostanza, il mistero pasquale definisce che Dio è misericordia, amore misericordioso.
D. - Cosa significa per un credente porsi di fronte alla Divina Misericordia?
R. - Quello che il Signore vuole, attraverso questa icona, è che ci sia la scritta “Gesù confido in te”: bisogna scendere alla fiducia, alla confidenza. Quando dico “confido” mi butto dentro nel senso totale: non è solo la ragione ma i sentimenti, il cuore che batte, come corrispondenza. E allora è proprio una proposta che il Signore fa e tu la accetti con il cuore più che con la mente. Questa icona, quindi, mi richiama tutto il mistero pasquale, partito dal Cenacolo, passato attraverso il Calvario, arrivato alla Risurrezione. (bf)
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