Il giorno dopo, Gerusalemme vive il suo riposo. Lo shabbat impone la sospensione di ogni attività. Anche così, probabilmente si commentano i fatti del giorno prima, l’esecuzione avvenuta sul Golgota, dove forse restano ancora tre patiboli macchiati di sangue a ricordare l’accaduto, dopo che i corpi dei tre giustiziati sono stati portati via e sepolti di fretta perché la Pasqua incombe. Tutto è fermo, intorno. Ma è altrove che la storia umana sta cambiando, che una realtà sta prendendo corpo proprio dove ciò che è corpo può solo corrompersi. Gesù di Nazareth, spiega Benedetto XVI, è entrato in quel “tempo-oltre-il-tempo” per l’atto finale della sua missione. Sconfiggere la morte:
“Il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini. Il Sabato Santo è la 'terra di nessuno' tra la morte e la risurrezione, ma in questa 'terra di nessuno' è entrato Uno, l’Unico, che l’ha attraversata con i segni della sua Passione per l’uomo”.
Una presenza di vita divina nel regno che non ha vita alcuna. Qui, dove luci e suoni semplicemente non sono, quella presenza è dirompente e sovversiva:
“Ecco, proprio questo è accaduto nel Sabato Santo: nel regno della morte è risuonata la voce di Dio. E’ successo l’impensabile: che cioè l’Amore è penetrato ‘negli inferi’ (…) L’essere umano vive per il fatto che è amato e può amare; e se anche nello spazio della morte è penetrato l’amore, allora anche là è arrivata la vita”.
È una battaglia immane e nascosta che nessuno può percepire, al di là della grande pietra che ostruisce il sepolcro di Gesù di Nazareth, in quella Pasqua apparentemente “ferma” di duemila anni fa. “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello”. L’esito sarà conosciuto di lì a poche ore:
“Gesù rimase nel sepolcro fino all’alba del giorno dopo il sabato, e la Sindone di Torino ci offre l’immagine di com’era il suo corpo disteso nella tomba durante quel tempo, che fu breve cronologicamente (circa un giorno e mezzo), ma fu immenso, infinito nel suo valore e nel suo significato (…) Questo è il mistero del Sabato Santo! Proprio di là, dal buio della morte del Figlio di Dio, è spuntata la luce di una speranza nuova: la luce della Risurrezione”.
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