Da: Radio Vaticana
L’emergenza finanziaria globale rischia di diventare l’unico tema trattato dal G-20 di Cannes a scapito di quelli della lotta alla povertà globale e ai cambiamenti climatici. Ad affermarlo, in un documento diffuso lunedì, è il Cafod, l’organismo della Conferenza episcopale inglese e gallese per gli aiuti allo sviluppo nei Paesi d’oltremare. Il documento, preparato dall’analista economica Christina Weller ammonisce che se i leader del Gruppo dei 20 non porranno al centro della loro agenda lo sviluppo, la crisi economica globale rischia di perpetuarsi. Secondo l’economista, gli obiettivi fissati un anno fa dal vertice di Seoul, quello “di governare un settore finanziario ipertrofico, volatile e socialmente inutile e quello di trovare i fondi necessari indispensabili per ridurre la povertà e per aiutare i paesi più poveri ad affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici” sono stati “vergognosamente disattesi per fare fronte alla crisi economica globale e l’attenzione dei leader del G-20 è interamente focalizzata sul proprio futuro, anziché su quello del mondo”. “Le nuove idee per trovare i fondi urgenti necessari a finanziare l’adattamento ai cambiamenti climatici e a ridurre la povertà – denuncia - sono state ridotte a melliflui compromessi, mentre a dettare legge sono gli interessi commerciali nazionali della finanza e dell’industria”. Infatti, “l’unica preoccupazione dei governi sembra quella di stabilizzare i mercati” dopo lo shock finanziario determinato dagli aiuti alla Grecia per salvarla dalla bancarotta. Il Cafod punta quindi l’indice sulla speculazione che minaccia la sicurezza alimentare nel mondo e contro la quale i governi si sono limitati a proporre genericamente una maggiore trasparenza dei mercati. Per l’agenzia cattolica inglese le grandi multinazionali dovrebbero invece rispondere del proprio operato. Al G-20 il documento chiede infine un intervento per eliminare le barriere che ostacolano la crescita delle piccole imprese e degli agricoltori che rappresentano il nerbo dell’economia dei Paesi in via di sviluppo e di sbloccare i fondi necessari a raggiungere gli Obiettivi del Millennio fissati dall’ONU entro il 2020. (A cura di Lisa Zengarini)
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10 anni fa
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