sabato 26 novembre 2011

Il Papa ai vescovi Usa: la Chiesa prosegua nell’impegno contro gli abusi sessuali e faccia sentire la sua voce nella società

Da: Radio Vaticana


L’impegno della Chiesa per sanare la ferita degli abusi sessuali e la sfida della nuova evangelizzazione: questi i temi forti del discorso di Benedetto XVI ad un gruppo di vescovi degli Stati Uniti, ricevuti stamani in udienza in occasione della visita “ad Limina”. Si tratta del primo gruppo di presuli statunitensi ai quali il Papa rivolge un discorso, dopo il viaggio apostolico in America nel 2008. Il Papa ha incoraggiato i vescovi a difendere la verità e ad offrire una parola di speranza agli americani in un tempo di radicali cambiamenti sociali. L’indirizzo d’omaggio è stato rivolto dall’arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale Usa, mons. Timothy Dolan. Il servizio diAlessandro Gisotti:

Benedetto XVI ha iniziato il suo intervento tornando al contesto del suo viaggio apostolico negli Stati Uniti del 2008. Il Papa ha ricordato che quella visita aveva l’intento di “incoraggiare” i cattolici americani, “dopo lo scandalo e il disorientamento causato dalla crisi degli abusi sessuali”:
“I wished to acknowledge personally…”“Ho voluto – ha detto il Papa – rendermi conto personalmente delle sofferenze inflitte alle vittime e degli sforzi sinceri compiuti sia per assicurare la sicurezza dei nostri bambini sia per affrontare in modo trasparente e adeguato” le accuse di abusi. “E’ mia speranza – ha soggiunto – che gli sforzi coscienziosi della Chiesa nell’affrontare questa realtà aiutino” tutti “a riconoscere le cause e le conseguenze devastanti degli abusi sessuali e a rispondere efficacemente a questo flagello che colpisce ogni livello della società”:

“By the same token, just as…”
Allo stesso modo, ha osservato il Pontefice, così come dalla Chiesa si pretende giustamente che vengano rispettate delle norme di comportamento al riguardo, “tutte le altre istituzioni, senza alcuna eccezione, dovrebbero essere tenute” a rispettare le stesse misure. Ha così rivolto il pensiero ad un altro tema forte del viaggio apostolico negli Stati Uniti: la sfida della nuova evangelizzazione, “alla luce di un cambiamento radicale dello scenario sociale e religioso”. Il Papa si è soffermato sulla sfida della “crescente secolarizzazione della società”:

“I consider it significant, however…”
“Considero significativo – ha confidato – che ci sia un’accresciuta attenzione, sul futuro delle nostre società democratiche, da parte di tanti uomini e donne, a prescindere dalle loro visioni politiche e religiose”. Si riconosce, ha soggiunto, “una preoccupante rottura nelle fondamenta intellettuali, culturali e morali della vita sociale”, specialmente tra i giovani alle prese con “vasti cambiamenti sociali”:

“Despite attempts to still the Church’s…”
“Nonostante i tentavi di far tacere la voce della Chiesa nello spazio pubblico – ha ammonito – molte persone di buona volontà continuano a guardare alla sua saggezza, al suo discernimento e alla sua valida guida nel confrontarsi con questa crisi di ampia portata”. Per questo, il momento presente, ha detto, può essere visto “in termini positivi” come un’occasione per “esercitare la dimensione profetica” del ministero episcopale. Ha quindi incoraggiato i vescovi a parlare, “con umiltà ma anche con perseveranza, in difesa della verità morale”, offrendo “una parola di speranza capace di aprire i cuori e le menti alla verità che ci rende liberi”:

“The obstacles to Christian faith and practice…”
“Gli ostacoli alla fede e alla pratica cristiana posti da una cultura secolarizzata – ha poi constatato – incidono anche sulla vita dei credenti, portando a volte ad un ‘velato attrito’ nei confronti della Chiesa”. Immersi nella cultura secolarizzata – ha proseguito – i credenti sono “assediati quotidianamente dalle obiezioni, dalle questioni problematiche e dal cinismo di una società che pare aver perso le sue radici”. Ancora sono assediati da “un mondo nel quale l’amore verso Dio si è raffreddato in molti cuori”. Ecco allora, ha detto il Papa, che l’evangelizzazione non è “solo un compito da portare all’esterno”. Noi stessi, ha riconosciuto, “siamo i primi ad aver bisogno” di essere re-evangelizzati. 

Nella parte conclusiva del suo discorso, Benedetto XVI ha elogiato i vescovi americani per i progressi fatti individualmente e come Conferenza episcopale nell’affrontare queste sfide. Frutti, ha aggiunto, che si sono visti nei recenti documenti sull’impegno dei fedeli nella società e sull’istituzione del matrimonio. Ed ha ribadito che “l’importanza di queste espressioni autorevoli” devono “essere evidenti a tutti”. Infine, ha messo l’accento sull’implementazione della traduzione del Messale Romano e sul ruolo delle università cattoliche, dove i giovani possono ascoltare chiaramente l’insegnamento della Chiesa e trovare ispirazione dalla bellezza del messaggio cristiano.

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