lunedì 28 novembre 2011

Il Papa ai giovani: imparate a rispettare l'ambiente per assicurarvi un futuro migliore

Da: Radio Vaticana


“Il rispetto per l’essere umano e il rispetto per la natura sono tutt’uno”. E i danni provocati dallo scarso rispetto spesso riservato all’ambiente dimostrano che è urgente un cambio di rotta, perché soprattutto le generazioni future possano godere di un pianeta vivibile. E proprio a una folla di giovani sensibile al problema si è rivolto questa mattina Benedetto XVI, ricevendo in udienza in Aula Paolo VI i circa settemila partecipanti all’Incontro promosso dalla “Fondazione Sorella Natura”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

“Il più italiano dei santi e il più santo degli italiani” – come Pio XII definì Francesco d’Assisi – soleva chiedere al frate incaricato di curare l’orto del convento di non utilizzare tutto il terreno per gli ortaggi, ma di riservarne una parte ai fiori, perché chiunque, passando e guardandoli, potesse rimanere incantato da tanta bellezza e rivolgere un pensiero a Colui che l’aveva creata, Dio. L’aneddoto è stato ricordato da Benedetto XVI davanti alle migliaia di ragazze e ragazzi che – aderendo alla “Fondazione Sorella Natura”, di chiara ispirazione francescana – hanno fatto la scelta di campo di sentirsi e comportarsi da “custodi del creato”. Parlando a loro e ai formatori che li accompagnavano, il Papa è stato chiaro. Il rispetto per la natura e l’ambiente, ha detto, è un valore oggi imprescindibile:

“E’ infatti ormai evidente che non c’è un futuro buono per l’umanità sulla terra se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più responsabile nei confronti del creato. E questo stile si impara prima di tutto in famiglia e nella scuola”.
Il "grande meraviglioso albero della vita – ha osservato il Pontefice – non è frutto di una evoluzione cieca e irrazionale", ma "riflette" la forza e l'amore del suo Artefice. Dunque, sì alla scienza e alla ricerca, purché i loro percorsi – ha affermato – rispettino “l’impronta del Creatore in tutto il creato”: 

“Se infatti, nel suo lavoro, l’uomo dimentica di essere collaboratore di Dio, può fare violenza al creato e provocare danni che hanno sempre conseguenze negative anche sull’uomo, come vediamo, purtroppo, in varie occasioni”. 
“Oggi più che mai – ha proseguito Benedetto XVI – ci appare chiaro che il rispetto per l’ambiente non può dimenticare il riconoscimento del valore della persona umana e della sua inviolabilità, in ogni fase della vita e in ogni sua condizione”: 

“Il rispetto per l’essere umano e il rispetto per la natura sono un tutt’uno, ma entrambi possono crescere ed avere la loro giusta misura se rispettiamo nella creatura umana e nella natura il Creatore e la sua creazione. Su questo, cari ragazzi, sono convinto di trovare in voi degli alleati, dei veri ‘custodi della vita e del creato’”.
In precedenza, nel ricordare la decisione del giovane Papa Giovanni Paolo II di proclamare, nel 1979, San Francesco patrono dell’ecologia – e nel ringraziare anche il cardinale Rodriguez Maradiaga per aver ricevuto in dono una preziosa riproduzione del Codice 338, contenente le fonti francescane più antiche – Benedetto XVI ha citato alcuni versi del “Cantico di Frate Sole”, un componimento – ha osservato – “che mette in luce il giusto posto da dare al Creatore”. Ed ha commentato:

“Questi versi fanno parte giustamente della vostra tradizione culturale e scolastica. Ma sono anzitutto una preghiera, che educa il cuore nel dialogo con Dio, lo educa a vedere in ogni creatura l’impronta del grande Artista celeste (…) Frate Francesco, fedele alla Sacra Scrittura, ci invita a riconoscere nella natura un libro stupendo, che ci parla di Dio, della sua bellezza e bontà”.

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