Ancora una volta interveniamo con un articolo di Famiglia Cristiana che, in questi giorni, si sta dimostrando come uno dei pochi giornali realmente interessati alla deriva della situazione politica italiana. Sinceramente non ci piace intervenire in queste questioni di carattere politico, ma moralmente ci sentiamo obbligati, soprattutto dopo le dichiarazioni del governo, in rapporto alla difesa della cristianità. Siccome non vogliamo che il premier possa passare come modello di vita cristiana, allora interveniamo visto che, dopo lo show-Gheddafi, ci troviamo ad affrontare tematiche ancora una volta lontane dall'idea cristiana di politica: e cioè il persistente interesse personale che supera l'interesse collettivo. Ci chiediamo quando scenderà in campo una persona in grado di difendere i valori cristiani della collettività (in particolar modo la famiglia), piuttosto che pensare a come difendersi dai giudici italiani. Di seguito l'articolo di Famiglia Cristiana, in edicola da oggi:
"Adesso che le elezioni anticipate appaiono scongiurate, il Governo s’appresta a portare in Parlamento un’agenda di cinque punti su cui chiedere la fiducia. Il piatto forte, naturalmente, è la giustizia. O meglio, il “processo breve” che, per renderlo meno indigesto all’opinione pubblica, si chiamerà “processo in tempi ragionevoli”. E che avrà una corsia preferenziale, grazie a risorse e investimenti straordinari. Da reperire, a ogni costo, sia pure in tempi di ristrettezze. Ma a settembre, con la ripresa scolastica, le famiglie avranno altre priorità: lavoro e lotta alla povertà, innanzitutto. Le fabbriche riaprono i cancelli, ma circa cinquecentomila posti sono a rischio. E qualche azienda, da subito, non aprirà nemmeno i cancelli. Al ministero dello Sviluppo, dove da mesi si è in attesa di un nuovo ministro, più di duecento tavoli di crisi sono aperti. E non se ne vede la soluzione.
Sul fronte della famiglia, dopo tante promesse e qualche timida apertura sul quoziente familiare, tutto s’è arenato. Per i politici il benessere della famiglia non è bene prioritario, ma merce di scambio, in una logica mercantile che mira a interessi di parte e non al bene comune. A ricordarci questo disinteresse, che ha radici lontane e riguarda tutti i partiti, è il ministero dell’Economia. L’Italia è la cenerentola d’Europa, fanalino di coda nel sostegno alle famiglie. Dedica alla spesa familiare solo l’1,4 per cento del Prodotto interno lordo, contro una media europea del 2,1 per cento e punte del 3,7 in Danimarca. Nel welfare familiare ci superano Paesi come Cipro, Estonia e Slovenia. Peggio di noi fanno solo Malta e Polonia.
La Francia, che potrebbe esserci d’esempio, ha invertito il declino demografico con una politica amica della famiglia e dei bambini. Con servizi e sussidi alla maternità, asili nido, sgravi fiscali per baby-sitter, agevolazioni sugli affitti per le case degli studenti e sconti sui treni per famiglie numerose. I tagli e i risparmi si fanno altrove, su privilegi e sprechi della casta. Non sulla famiglia. Il mancato investimento sulla famiglia blocca anche la ripresa e la crescita economica. Ne è convinto Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, che propone un patto a livello europeo, che vincoli i Paesi dell’Unione a destinare il 3 per cento del Pil alle famiglie; che obblighi i Governi a investire nelle politiche di accesso dei giovani al lavoro (rapido, stabile e ben remunerato); e che permetta alle famiglie di dedurre le spese per la formazione dei figli. Ricorda il presidente dello Ior: «I figli producono crescita, ricchezza e risparmi. La famiglia che forma i suoi figli e assiste i suoi anziani fa welfare, con meno costi per lo Stato. Non capire questo è stato un grave errore economico, cui si aggiunge quello morale: la tendenza progressiva a scoraggiare la famiglia tradizionale». Altro che “processo breve”. O meglio, “in tempi ragionevoli”."
FONTE
Capire la Santa Messa - Ultimo Appuntamento
10 anni fa
1 commenti: on "False priorità"
Ho letto ieri sera la notizia sul Televideo e subito sono rimasto soddisfatto da questo articolo di Famiglia Cristiana.
Io credo sia ora di dire basta al berlusconismo perché quello che prima era un sospetto ora ci viene presentata come realtà dai fatti: Abbiamo un premier che se ne infischia altamente del problema dei cittadini. Siamo un Paese di disoccupati, licenziati, affaticati e con la cinghia sempre stretta ai fianchi. E' vergognosa tutta questa indifferenza. Io mi chiedo perché non si fa di più in questo paese per spodestare dalla poltrona non un politico ma il grande imprenditore aziendale, perché nessuno usurpi il trono di questo cavaliere individualista...?
La colpa è davvero degli elettori? Se i candidati di destra e di sinistra sono entrambi opportunisti, direi che ci troviamo ogni volta di fronte ad un bivio le cui strade sono ambedue cattive.
Hai fatto bene ad inserire questo articolo. Speriamo che prima o poi venga fuori qualcuno che sappia fare il suo dovere... ma vedendo la situazione politica attuale ne dubito altamente.
Un caro saluto e a presto!
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