lunedì 27 settembre 2010

Lo scandalo del turismo sessuale


Al tempo dello scandalo pedofilia che coinvolse la Chiesa in maniera molto forte, noi sollevammo il problema dell'indifferenza della società civile verso altri problemi legati ai soprusi sessuali. Parlammo delle ferocie negli attacchi armati in territorio congolese e somalo così come denunciammo il silenzio relativo alle pratiche del turismo sessuale: ed è proprio questo il centro dell'argomento di oggi su cui si sofferma il nostro osservatorio. Questa pratica è purtroppo molto diffusa e vede coinvolti anche nostri connazionali che soddisfano la loro perversione in Paesi che usano la mano leggera nei confronti dello sfruttamento sessuale, Paesi in cui vige un silenzio omertoso non vedo e non sento. Purtroppo vittime di questo abominio sono molte volte, anche i bambini che vengono sfruttati sessualmente persino dai loro genitori che li vendono per ricavare qualcosa in cambio. L'orrore di chi viaggia in cerca di persone che soddisfino le proprie perversione è diffuso, come detto, in tutto il mondo: e quindi vi sono anche moltissimi italiani che viaggiano per questo fine. Noi ci eravamo chiesto dove erano quelle persone che oggi alzano il dito contro la Chiesa per lo scandalo pedofilia ed oggi ci poniamo ancora la stessa domanda. Dove sono i mass media che in maniera violenta andavano sbandierando notizie di pedofili che invadevano la Chiesa? Visto che per pochi preti si è quasi distrutta l'intera istituzione clericale, pensavamo che lo stesso dovesse toccare anche altri fenomeni obbrobriosi come il turismo sessuale. Oggi, Avvenire, pubblica un articolo di Lucia Bellaspiga, che si riferisce all'Italia: «con determinazione ammirevole e forza morale l’Italia ha saputo darsi strumenti legislativi efficaci», ma resta indietro quanto all’applicazione degli stessi.

L'articolo di Avvenire prosegue: Due in particolare gli strumenti che ci pongono all’avanguardia: la legge 269 del 1998 e il Codice di Condotta che nel 2000 Ecpat Italia (End Child Prostitution Pornography and Trafficking), insieme alle associazioni e ai sindacati di categoria, ha elaborato per l’industria turistica italiana. La legge 269, rispetto alle norme precedenti, sancisce la punibilità dei reati di prostituzione e pornografia a danno di minori anche se perpetrati fuori dall’Italia. E stabilisce l’obbligo per gli operatori turistici di inserire in maniera evidente nei cataloghi e tra i documenti di viaggio consegnati ai clienti la seguente avvertenza: «La legge italiana punisce reati inerenti alla prostituzione e alla pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all’estero».
Il Codice di Condotta, invece (che è stato recepito nel Contratto nazionale del 2003 per i dipendenti del settore turistico) prescrive per le agenzie di viaggio «la formazione del personale sia in Italia che nei Paesi di destinazione», una efficace «comunicazione ai clienti dell’impegno dell’azienda contro il turismo sessuale», e soprattutto «la stipulazione di clausole nei contratti che vincolano i fornitori locali di servizi ricettivi».
Ma, come dicevamo, è proprio sui fruitori che la prevenzione fa acqua, e a dirlo sono i numeri rilevati dall’Osservatorio nazionale per l’applicazione della Legge 269 (attraverso un questionario inviato a 309 imprese turistiche, ma al quale ha risposto solo il 42% dei contatti, il che già la dice lunga): se ben il 78% delle agenzie turistiche ottempera all’obbligo di informazioni ai clienti (e questa è la notizia positiva), solo il 47% delle imprese è attivo nei confronti dei dipendenti, e solo il 23% si preoccupa dei fornitori di servizi turistici nei Paesi esteri. I tour operator, infatti, si accontentano di «avere fiducia nei fornitori storici», dunque non sentono l’esigenza di sviluppare specifiche azioni di controllo e formazione. Ma la fiducia non basta.
Per fortuna ci sono imprese che si impegnano seriamente, che producono opuscoli ad hoc, collaborano con associazioni ed enti nei Paesi di destinazione, sovvenzionano persino orfanotrofi e azioni di contrasto al fenomeno: «Perché non attivare meccanismi internazionali di premio-punizione per i tour operator virtuosi – è allora la proposta che esce dal convegno di Palermo – , come ad esempio la segnalazione sui portali o le guide da viaggio?». Nel trasporto aereo le liste nere internazionali hanno funzionato, «allo stesso modo le liste bianche degli operatori turistici potrebbero creare un circuito positivo». E un premio di mercato: «Dimostreremmo che più dello sfruttamento paga il rispetto».


Insomma, le regole ci sono, ma come accade in quasi tutti i settori, manca la concreta attuazione: allora perchè non denunciare con forza questa lacuna in fase di attuazione? Perchè non gridare allo scandalo? Io dico, alla società civile, di usare la propria voce per denunciare ogni tipo di crimine e non solo quello che ci piace denunciare. E' stato giustissimo denunciare i sacerdoti autori di atti orribili, ma coerenza vuole che si faccia lo stesso anche con questa pratica, per cercare di aiutare quelle vittime che quotidianamente vengono vendute solo per soddisfare le perversioni del cuore umano. La Vigna del Signore sarà sempre in prima linea nel cercare di aprire le coscienze assopite di una società che si sveglia solo quando toccata, ma che rimane latente quando accade qualcosa che non li tocca.


Digg Google Bookmarks reddit Mixx StumbleUpon Technorati Yahoo! Buzz DesignFloat Delicious BlinkList Furl

0 commenti: on "Lo scandalo del turismo sessuale"

Posta un commento