
L'articolo di Avvenire prosegue: Due in particolare gli strumenti che ci pongono all’avanguardia: la legge 269 del 1998 e il Codice di Condotta che nel 2000 Ecpat Italia (End Child Prostitution Pornography and Trafficking), insieme alle associazioni e ai sindacati di categoria, ha elaborato per l’industria turistica italiana. La legge 269, rispetto alle norme precedenti, sancisce la punibilità dei reati di prostituzione e pornografia a danno di minori anche se perpetrati fuori dall’Italia. E stabilisce l’obbligo per gli operatori turistici di inserire in maniera evidente nei cataloghi e tra i documenti di viaggio consegnati ai clienti la seguente avvertenza: «La legge italiana punisce reati inerenti alla prostituzione e alla pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all’estero».
Il Codice di Condotta, invece (che è stato recepito nel Contratto nazionale del 2003 per i dipendenti del settore turistico) prescrive per le agenzie di viaggio «la formazione del personale sia in Italia che nei Paesi di destinazione», una efficace «comunicazione ai clienti dell’impegno dell’azienda contro il turismo sessuale», e soprattutto «la stipulazione di clausole nei contratti che vincolano i fornitori locali di servizi ricettivi».
Ma, come dicevamo, è proprio sui fruitori che la prevenzione fa acqua, e a dirlo sono i numeri rilevati dall’Osservatorio nazionale per l’applicazione della Legge 269 (attraverso un questionario inviato a 309 imprese turistiche, ma al quale ha risposto solo il 42% dei contatti, il che già la dice lunga): se ben il 78% delle agenzie turistiche ottempera all’obbligo di informazioni ai clienti (e questa è la notizia positiva), solo il 47% delle imprese è attivo nei confronti dei dipendenti, e solo il 23% si preoccupa dei fornitori di servizi turistici nei Paesi esteri. I tour operator, infatti, si accontentano di «avere fiducia nei fornitori storici», dunque non sentono l’esigenza di sviluppare specifiche azioni di controllo e formazione. Ma la fiducia non basta.
Per fortuna ci sono imprese che si impegnano seriamente, che producono opuscoli ad hoc, collaborano con associazioni ed enti nei Paesi di destinazione, sovvenzionano persino orfanotrofi e azioni di contrasto al fenomeno: «Perché non attivare meccanismi internazionali di premio-punizione per i tour operator virtuosi – è allora la proposta che esce dal convegno di Palermo – , come ad esempio la segnalazione sui portali o le guide da viaggio?». Nel trasporto aereo le liste nere internazionali hanno funzionato, «allo stesso modo le liste bianche degli operatori turistici potrebbero creare un circuito positivo». E un premio di mercato: «Dimostreremmo che più dello sfruttamento paga il rispetto».
Insomma, le regole ci sono, ma come accade in quasi tutti i settori, manca la concreta attuazione: allora perchè non denunciare con forza questa lacuna in fase di attuazione? Perchè non gridare allo scandalo? Io dico, alla società civile, di usare la propria voce per denunciare ogni tipo di crimine e non solo quello che ci piace denunciare. E' stato giustissimo denunciare i sacerdoti autori di atti orribili, ma coerenza vuole che si faccia lo stesso anche con questa pratica, per cercare di aiutare quelle vittime che quotidianamente vengono vendute solo per soddisfare le perversioni del cuore umano. La Vigna del Signore sarà sempre in prima linea nel cercare di aprire le coscienze assopite di una società che si sveglia solo quando toccata, ma che rimane latente quando accade qualcosa che non li tocca.
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