Vandana Shiva |
La Tobin tax? "Una buona idea per mobilitare risorse finanziarie, ma insufficiente per far fronte al problema della fame nel mondo". È il parere di Vandana Shiva, che commenta così la proposta fatta dal presidente francese Nicolas Sarkozy al summit di New York. Seguendo dall'India i lavori dell'Onu, l'ambientalista indiana sostiene che la tassazione delle transazioni finanziarie non è sufficiente per raggiungere il primo degli obiettivi definiti nel 2000, ovvero la riduzione del 50% del numero di persone che soffrono la fame nel mondo.
Aumentano i prezzi alimentari. Contrariamente a quanto pubblicato da alcune ricerche, secondo cui il numero degli affamati sarebbe sceso da 1,3 miliardi nel 2009 a 932 milioni nel 2010, Shiva sostiene che "gli affamati sono aumentato, non diminuiti. I prezzi alimentari in Paesi come l'India hanno continuato ad aumentare, sottraendo il cibo alla portata di milioni di persone. Inoltre, il 2010 è stato un anno di grande instabilità del clima, che si tratti degli incendi in Russia o delle inondazioni in Pakistan, India e Cina. Tutto ciò ha avuto un impatto sulla disponibilità di cibo".
"E la povertà aumenta anche da voi". Alle minacce del clima e al rischio della speculazione sui costi dei beni alimentari, si aggiunge una situazione in cui i Paesi ricchi si sono dati latitanti per il versamento degli aiuti pubblici allo sviluppo, ma non solo. "Gli ultimi anni hanno visto i paesi ricchi dimenticare il loro impegno per i poveri del mondo, ma anche per i poveri dei loro stessi Paesi - afferma Shiva - Lo smantellamento della sicurezza sociale e dei sistemi di welfare nel Nord, effettuato per ottenere adeguamenti strutturali al sistema neo-liberale, e l'atteggiamento di chiudere un occhio di fronte agli impegni globali per la cooperazione internazionale sono sintomi del fatto che ci sono Paesi ricchi che servono solo gli interessi dei ricchi".
La democrazia alimentare. Secondo Shiva, la parola d'ordine per combattere la fame nel mondo è "democrazia alimentare". Nel contesto attuale "l'unico modo per affrontare la fame è la riduzione dei costi della produzione alimentare e l'aumento della resistenza ai cambiamenti climatici. Questo significa adottare il metodo biologico. Inoltre, l'eliminazione della fame richiede un impegno per la sovranità alimentare e sistemi decentrati e diversificati per la produzione e distribuzione alimentare".
"La Tobin Tax non basta". Proprio per questo, secondo Shiva, l'introduzione della Tobin tax, seppur positiva, non basterà per sconfiggere la fame: "È necessario stoppare i brevetti e i diritti di proprietà intellettuale sulle sementi. Brevetto significa royalty, royalty significa povertà e povertà significa fame. La fame continuerà a esserci se le scarse risorse degli agricoltori e dei contadini verranno prosciugate dagli alti costi dei semi e dei prodotti chimici, pesticidi e fertilizzanti. La fame - conclude Shiva - è il risultato degli elevati costi di produzione agricola e della distruzione della biodiversità necessaria per fornire alimenti e nutrizione".
* Azione per la salute globale / Cestas
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