La morte e la distruzione non fanno più notizia. Tra ieri e oggi il territorio indonesiano è stato vittima di un catastrofe immane, prima colpita da un terremoto, poi da uno tsunami originato dal precedente sisma, mentre sull'isola di Giava si risvegliava un vulcano causando l'immediata evacuazione di civili. Insomma, sono stati due giorni intensi, con dolore, morte e disperazione. Eppure pochi hanno dato risalto a questa notizia drammatica, in controtendenza rispetto a quattro anni fa, quando lo tsunami del 26 Dicembre occupò tutti gli spazi televisivi e non, riscontrando la solidarietà di tantissime persone. Oggi, il numero dei morti è fortunatamente inferiore e forse questo ha influito sui TG nazionali che hanno preferito mettere in prima pagina un nuovo capitolo della saga Sarah Scazzi: non vorremmo usare questo termine per rispetto nei confronti di Sarah, ma i mass media hanno trasformato il dolore in un format televisivo e questo ci indegna parecchio. E quindi, dinanzi all'inarrestabile curiosità di chi è colpevole e dinanzi all'esortazione del Presidente del Consiglio per un Lodo Alfano indispensabile, si è preferiti spostare la notizia in terza fascia. E così accade ormai per tutte le emergenze del pianeta che vengono scavalcate da notizie insipide che però fanno audience. Riportiamo almeno la notizia Ansa di quanto è accaduto e sta ancora accadendo in questo momento, dall'altra parte del mondo, sperando che Dio possa aiutare chi è rimasto senza tetto e senza le più elementari cose che noi diamo per scontato:
E' di oltre 100 morti e 500 dispersi il bilancio dell'onda di tsunami abbattutasi ieri sera sulla parte meridionale dell'isola di Sumatra, nel sud-ovest dell'Indonesia, in seguito a un terremoto di magnitudo 7,7 verificatosi 78 chilometri al largo dalla costa. Lo riferiscono ufficiali impegnati nelle operazioni di soccorso. Non risultano italiani coinvolti, ha detto la Farnesina. Lo tsunami ha "spazzato almeno 10 villaggi" nella catena delle isole Mentawai, paradiso dei surfisti di tutto il mondo, colpendo in particolare il villaggio di Betu Monga, dove 160 sui 200 abitanti - in maggior parte donne e bambini - sono dispersi e l'80% delle case è stato seriamente danneggiato. Risultano dispersi anche 8-10 surfisti australiani, la cui barca è irraggiungibile via radio. Sull'isola di South Pagai, l'acqua è penetrata fino a 600 metri dalla costa, raggiungendo i tetti delle case. Secondo un testimone di un resort per surfisti sull'isola di North Pagai, anche'essa duramente colpita, onde alte fino a tre metri hanno distrutto la struttura, facendo cozzare le barche una contro l'altra fino al divampare delle fiamme. Un funzionario governativo locale, intervistato dall'emittente Metro Tv, ha spiegato che parte dei dispersi potrebbe aver cercato rifugio sulle colline circostanti. Mentre il bilancio delle vittime sembra destinato ad aumentare, man mano che i villaggi della zona vengono raggiunti, la Farnesina ha fatto intanto sapere che non risultano italiani coinvolti. Il sisma, registrato alle 21.42 di ieri sera (le 16.42 in Italia) a ovest di Sumatra a 14 chilometri di profondità, aveva fatto scattare l'allarme tsunami, fatto rientrare poco più di un'ora dopo dalle autorità indonesiane. Intanto, cresce la preoccupazione per un altro disastro che potrebbe potenzialmente interessare l'Indonesia: l'eruzione del vulcano Merapi, a Giava, e' "imminente" secondo gli esperti che temono effetti devastanti.
FONTE: Ansa
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