Da: Radio Vaticana
Il Papa, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, ha lanciato un nuovo appello per le popolazioni del Corno d’Africa, dove circa 12 milioni di persone sono colpite dalla fame: a rischio soprattutto i bambini. Centinaia di migliaia gli sfollati e i profughi in cerca di acqua e di cibo. Il servizio di Sergio Centofanti:
Benedetto XVI parla delle “drammatiche notizie” che continuano a giungere dal Corno d’Africa e lancia un nuovo appello a lottare contro la fame in queste regioni:
“Rinnovo il mio accorato invito alla Comunità Internazionale perché continui il suo impegno verso quei popoli e invito tutti a offrire preghiere e aiuto concreto per tanti fratelli e sorelle così duramente provati, in particolare per i bambini che ogni giorno muoiono in quella regione per malattie e mancanza di acqua e di cibo”.
Il Papa saluta il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum” e mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio, presenti all’udienza insieme ad alcuni rappresentanti di organizzazioni caritative cattoliche, che “si incontreranno – sottolinea - per verificare e dare ulteriore impulso alle iniziative tese a fronteggiare tale emergenza umanitaria”. Parteciperà all’incontro anche un rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury, anch’egli impegnato a favore delle popolazioni colpite dalla fame.
E ieri, a Ginevra, era intervenuto sulla questione mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu della città elvetica. Ascoltiamo il suo commento dopo l’appello del Papa:
R. – La mancanza di cibo forza migliaia e migliaia di persone a camminare verso la sopravvivenza e molti muoiono per strada. Parliamo di un silenzioso genocidio, per cui è veramente urgente che la comunità internazionale esprima la sua solidarietà verso queste persone. Molti sono donne e bambini che stanno cercando di sopravvivere. E’ capitato un caso penosissimo e dolorosissimo di una mamma che portava in braccio due bambini e non ce la faceva più a camminare, perché non aveva più forza, e doveva decidere quale dei due lasciar morire e quale portare con sé, verso il campo dei rifugiati. Non è ammissibile che oggi accadano queste cose terribili. Ma questa tragedia del Corno d’Africa è parte di altre tragedie. Pensiamo che almeno 1500 persone sono morte nel tentativo di passare dal Nord Africa all’Europa e altre sono annegate nella traversata dalla Somalia verso Aden. Quindi, ci troviamo di fronte ad un’emergenza che dovrebbe scuotere la coscienza di tutti.
D. – Cosa sta facendo la comunità internazionale a suo avviso?
R. – Ci sono dei contributi che vengono dati da vari Paesi utilizzando i canali delle varie agenzie dell’Onu. Certo, sarebbe bene che ci fosse un maggiore coordinamento. Un cammino positivo è iniziato, ma non è sufficiente a rispondere a tutte le necessità. (ap)
Capire la Santa Messa - Ultimo Appuntamento
10 anni fa
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