Aiuto alla Chiesa che Soffre
Opera di diritto pontificio
Monsignor Hubertus Leteng |
«Le parole del Santo Padre mi hanno profondamente toccato. La vicinanza del Papa dona a noi cattolici indonesiani nuova forza per affrontare le sfide che ci si presentano ogni giorno sul cammino della libertà religiosa». Theophilus Bela, commenta così, con Aiuto alla Chiesa che Soffre, il discorso pronunciato da Benedetto XVI in occasione della recente visita Ad Limina dei vescovi indonesiani.
Il Segretario generale della locale Commissione Religione e Pace, nonché Presidente del Forum Cristiano delle Comunicazioni di Jakarta, descrive ad ACS il difficile momento dei cattolici in Indonesia che rappresentano appena il 3% di 228 milioni abitanti (tutte le confessioni cristiane raggiungono l’11%), a fronte di una maggioranza musulmana dell’86%. «Nell’ultimo anno sono stati 31 gli atti di violenza contro la nostra comunità e otto le chiese colpite solo a Jakarta». Bela è fortemente preoccupato per la radicalizzazione in atto di diversi movimenti islamici, alle cui azioni criminali spesso corrisponde la passività delle Forze dell’ordine. «Le chiese hanno bisogno di maggiore protezione – spiega l’attivista – e la polizia dovrebbe agire soprattutto nelle zone in cui le violenze accadono più frequentemente».
Molti leader religiosi ed esponenti della comunità cattolica hanno fortemente criticato il Presidente Susilo Bambang Yudhoyono per la poca fermezza mostrata nel punire gli estremisti e per aver imposto la chiusura di numerose chiese, oltre alla revoca di permessi di costruzione già approvati. L’unione degli Intellettuali cattolici ha più volte parlato di un «Governo piegato agli islamisti» che non garantisce ai cristiani la libertà di pregare «assicurata, invece, dalla nostra Costituzione». Lo stesso Bela riferisce ad ACS che «per quanto riguarda la difesa delle minoranze, il Capo dello Stato è come addormentato. E se il Governo dorme, anche le forze di polizia lo fanno». Infine, il presidente del Forum Cristiano delle Comunicazioni di Jakarta ricorda l’attacco suicida del 25 settembre in una chiesa di Solo (Giava Centrale) nel quale, oltre all’attentatore, sono morte 22 persone ed altre 14 sono rimaste gravemente ferite. «Quello di Solo non è che uno degli episodi di violenza contro i cristiani. È arrivato il momento di unire tutte le nostre forze per proteggere la libertà religiosa nel nostro Paese».
Alla preoccupazione di Bela, si aggiunge quella del vescovo di Ruteng, monsignor Hubertus Leteng, anch’egli preoccupato per la deriva fondamentalista: «Il tentativo d’islamizzazione è visibile perfino nelle isole abitate in maggioranza da cristiani come la mia, dove su poco più di 700mila abitanti, oltre 670mila sono cattolici». Il presule ha descritto come i musulmani stiano acquisendo maggiore forza politica, aggiudicandosi le posizioni più importanti a livello amministrativo. Giacché il corpo docente è assunto dal Governo, la loro ascesa ha provocato un aumento considerevole degli insegnanti di religione islamica perfino nelle scuole cattoliche che in Indonesia sono statali. «Abbiamo un ottimo rapporto con la comunità islamica – afferma monsignor Leteng – ma non possiamo acconsentire alla richiesta di insegnare i precetti del Corano nei nostri Istituti, solo perché alcuni iscritti sono musulmani». Si tratta di una situazione recente che tuttavia si propaga rapidamente. «Nell’isola di Flores, dove si trova la curia, la comunità cristiana è riuscita a resistere a questi tentativi di estremizzazione, mentre altre province dell’arcipelago, come le Molucche, subiscono un processo di islamizzazione ogni giorno più intenso», ha raccontato il vescovo.
Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene fortemente la Chiesa indonesiana, alla quale – nel solo 2010 – ha destinato 440.722 euro. Tra i numerosi progetti finanziati, le costruzioni di una cappella per la parrocchia di Nanu, proprio nella diocesi Ruteng, due pozzi per l’approvvigionamento idrico del Centro parrocchiale e per l’ostello per gli studenti di Pusat Damai, nella diocesi Sanggau, e di un Centro per la formazione dei francescani a Jakarta. Per la formazione sono state anche assegnate Borse di studio.
“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Opera di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2010 ha raccolto oltre 65 milioni di dollari nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.500 progetti in 153 nazioni.
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