Da: Radio Vaticana
“Perché le vittime dei disastri naturali ricevano il conforto spirituale e materiale necessario per ricostruire la loro vita”: è l’intenzione generale di preghiera del Papa per il mese di gennaio. Sull’importanza del binomio spirituale-materiale nelle situazioni di emergenza umanitaria, Alessandro Gisotti ha intervistato Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di Caritas Italia:
R. – L’esperienza che abbiamo maturato in quarant’anni, in Italia e all’estero, ci dice come l’aiuto umanitario sia necessario – la ricostruzione delle opere, delle case – e dunque come di fronte a un disastro, a una qualsiasi calamità, ma anche a una questione più limitata, sia fondamentale non solo l’essere vicini con delle cose – interventi pratici concreti che sono fondamentali – ma come tutto ciò sia assolutamente insufficiente se non c’è anche un affiancamento, un accompagnamento alla persona nella sua complessità.
D. – Può raccontarci anche un fatto che l’ha particolarmente colpita proprio in questo senso di ricostruzione di una vita?
R. – Per quanto riguarda l'Italia, ho in mente – perché ho vissuto sul posto tutta la fase del dopo-alluvioni del Piemonte del ’94, ma anche di quelle recentissime in Liguria – quell’espressione emblematica riferita ai volontari: gli "angeli del fango”, cioè quelle persone che arrivano sul posto e magari compiono un’opera molto semplice: quella di aiutare le persone colpite a spalare il fango, a ripulire le cose... Non è che risolva il problema, ma ne velocizza la risoluzione. Questa vicinanza fa sì che, mentre si spala, si parla con le persone, si piange, ci sono momenti emotivamente molto forti. Il volontariato giovanile, come anche ogni forma di vicinanza, veramente restituisce speranza alle persone, che vedono nel volontario un motivo per ricominciare.
D. – La forza della natura è impressionante ma è ancora più impressionante la forza della persona e delle persone, dunque…
R. – La forza della natura è impressionante: è sempre più impressionante. Sappiamo come il tema dei cambiamenti climatici, o comunque dei fenomeni meteorologici estremi che si abbattono in Italia e all’estero con maggior frequenza e maggiore intensità, sia un tema fortissimo ed è molto positivo che il Papa torni su questo. Era stato il primo a levare la voce sul tema della siccità – ricordiamo il Corno d’Africa a luglio di quest’anno – e per fortuna poi si è mobilitata tutta la comunità internazionale. Allo stesso modo ora: iniziare così l’anno nuovo è una profezia che in qualche modo va ascoltata molto attentamente, soprattutto per prevenire situazioni simili. (bi)
Capire la Santa Messa - Ultimo Appuntamento
10 anni fa
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