venerdì 16 dicembre 2011

Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace: giovani non scoraggiatevi mai, continuate a cercare la verità e la giustizia

Da: Radio Vaticana


Guardate con speranza al futuro, nonostante le difficoltà: è l’incoraggiamento di Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo, contenuto nel Messaggio per la 45.ma Giornata Mondiale della Pace pubblicato oggi e che si celebrerà, come da tradizione, il prossimo primo gennaio. Tema del documento, presentato stamani in Sala Stampa vaticana, è: “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”. Il Papa ribadisce l’importanza della famiglia e dell’educazione per la costruzione di una pace autentica. E mette in guardia dal relativismo che rappresenta una minaccia al retto uso della libertà. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“Non abbiate paura” di impegnarvi “per un futuro più luminoso per tutti”. Sono i giovani i protagonisti del Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace. A loro si rivolge con parole di speranza e incoraggiamento: “Non siete mai soli. La Chiesa ha fiducia in voi”, “vi segue e vi incoraggia” offrendovi la possibilità di incontrare Gesù Cristo. Il Papa è consapevole delle preoccupazioni manifestate da molti giovani “in questi ultimi tempi in varie regioni del mondo”. E’ importante, scrive, che “questi fermenti e la spinta ideale che contengono trovino la dovuta attenzione in tutte le componenti della società”. La Chiesa, ribadisce, “guarda ai giovani con speranza” e li incoraggia “a ricercare la verità” e a “difendere il bene comune”. Il Papa invita dunque i ragazzi di tutto il mondo a guardare “con maggiore speranza al futuro” e ricorda loro che “non le ideologie salvano il mondo”, ma il Dio vivente che è Amore. “Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà – è l’esortazione del Pontefice – e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi”. Il Papa chiede ai giovani di “essere di esempio e stimolo per gli adulti” sforzandosi di “superare le ingiustizie e la corruzione”. E esorta i responsabili politici ad “offrire ai giovani un’immagine limpida della politica come vero servizio per il bene di tutti”.

Il Messaggio non manca di allargare l’orizzonte alla crisi economica che sta assillando il mondo e le cui radici, osserva il Papa, “sono anzitutto culturali e antropologiche”. Riconosce che, nell’ultimo anno, “è cresciuto il senso di frustrazione”, ma invita a guardare al 2012 con “atteggiamento fiducioso”. Famiglia ed educazione sono i due pilastri da cui ripartire. Il Papa esorta i genitori a “non perdersi d’animo”, nonostante le difficoltà che minacciano e non di rado frammentano la famiglia. Il Papa mette l’accento sulle “condizioni di lavoro spesso poco armonizzabili con le responsabilità familiari". E ancora, "le preoccupazioni per il futuro" e i "ritmi di vita frenetici”. Si rivolge così ai responsabili politici “chiedendo loro di aiutare concretamente le famiglie e le istituzioni educative”. E aggiunge: “non deve mai mancare un adeguato supporto alla maternità e alla paternità”. Del resto, si legge nel Messaggio, bisogna far sì che “le famiglie possano scegliere liberamente le istituzioni educative ritenute più idonee per il bene dei propri figli”. E ancora, chiede di “favorire il ricongiungimento” delle famiglie che si trovino divise per la “necessità di trovare mezzi di sussistenza”. Infine, lancia un appello “al mondo dei media affinché dia il suo contributo educativo”. 

Il Messaggio volge poi l'attenzione alla necessità di educare alla verità e alla libertà. L’uomo, scrive il Papa, “porta nel cuore una sete di infinito”, perché è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. E avverte che, “solo nella relazione con Dio l’uomo comprende anche il significato della propria libertà”. Questa, tiene a precisare, “non è l’assenza di vincoli o il dominio del libero arbitrio”. E mette in guardia dall’“assolutismo dell’io”, dalla “massiccia presenza” del relativismo che, non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io con le sue voglie”. Il “retto uso della libertà – soggiunge – è dunque centrale nella promozione della giustizia e della pace”. Occorre poi “educare alla giustizia” in un mondo che ricorre solo “ai criteri dell’utilità, del profitto e dell’avere”. E rileva che oggi “certe correnti della cultura moderna, sostenute da principi economici razionalistici e individualisti hanno alienato il concetto di giustizia dalle sue radici trascendenti”. La pace, scrive il Papa, “è frutto della giustizia ed effetto della carità”. E’ “dono di Dio”, ma anche “opera da costruire”. Per essere veramente operatori di pace, conclude il Messaggio, dobbiamo educarci “alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità” e ad essere vigili e attivi nella comunità per “destare le coscienze sulle questioni nazionali e internazionali”.

E i giovani sono stati protagonisti anche nella conferenza stampa di presentazione del Messaggio, dove si è parlato pure del movimento degli “indignados” e della “primavera araba”. Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha innanzitutto ribadito quanto la Chiesa punti sui giovani:
“La Chiesa li vede protagonisti, coltiva una formidabile fiducia in loro, li incoraggia, crede fermamente in essi. Vuole che i giovani siano primari interpreti: li invita all’azione pubblica, li vuole determinati, colmi di speranza per il loro futuro, forti e solidali fra di loro”. 
Dal canto suo, il segretario di “Giustizia e Pace” mons. Mario Toso, si è soffermato sul messaggio dato dai giovani che hanno manifestato nei Paesi arabi:

“I giovani della ‘primavera araba’ hanno fatto capire questo: ci può essere giustizia sociale nei loro Paesi se c’è democrazia; viceversa ci può essere democrazia se c’è giustizia sociale”. 
Una voglia di democrazia che, il cardinale Turkson, ha auspicato anche per l’Africa. Del resto, ha detto mons. Toso, si sente nei Paesi occidentali e in Italia in particolare l’esigenza di una nuova generazione di giovani impegnati per il bene comune:

“Formare nuove generazioni in questo contesto culturale di cittadini, amministratori, politici, uomini di cultura, imprenditori, manager, professionisti in tutti i campi, compreso quello della comunicazione”. 
E sulle responsabilità della politica nei confronti dei giovani è tornato anche il cardinale Turkson:

“Si può parlare di dignità della politica e del personale politico: esso, infatti, deve offrire un esempio di rettitudine, coerenza tra sfera pubblica e privata, preparazione e competenze”.

Mons. Toso ha infine auspicato l’istituzione di un Fondo, nell’ambito del mondo cattolico italiano, per aiutare i giovani disoccupati. E ancora, rispondendo a una domanda sul recente Vertice europeo per risolvere la crisi, ha affermato che non si sta prendendo la strada giusta giacché serve maggiore collaborazione economica e politica tra gli Stati.

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