lunedì 19 settembre 2011

Il Papa ai vescovi indiani: La Chiesa Cattolica è amica del povero

Il Papa ha incontrato questa mattina i vescovi indiani in visita "ad Limina" nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. L'invito che il Santo Padre rivolge ai presuli indiani è quello dell'accoglienza rivolta a tutti senza distinzioni e ribadisce l'impegno della Chiesa Cattolica al servizio dei poveri.

Leggiamo attraverso il servizi di Roberta Gisotti di Radio Vaticana, le parole del Sommo Pontefice rivolte ai prelati indiani:


Ha ricordato, anzitutto, Benedetto XVI come l’India vanti quale “parte della sua ricca e antica eredità” “una lunga e ragguardevole presenza cristiana che ha contribuito alla società indiana ed ha beneficato la sua cultura in svariati modi, arricchendo la vita di innumerevoli cittadini, non solo quelli cattolici”:

“The most significant concrete resources of the Churches…..”
“La più concreta rilevante risorsa” delle Chiese locali in India – ha osservato dunque il Papa - non sono gli edifici, le scuole, gli orfanatrofi, i conventi o le canoniche, ma sono i fedeli “che testimoniano la presenza amorevole di Dio attraverso vite di santità”.
“Most importantly, the Church in India proclaims its faith and love to society at large….”
“Ancora più importante” - ha aggiunto il Santo Padre – è che “la Chiesa in India proclama la sua fede ed amore alla società in generale e lo mette in atto preoccupandosi di tutte le persone, in ogni aspetto delle loro vite spirituali e materiali”: 

“In particular, the Catholic Church is the friend of the poor”.
“In particolare – ha sottolineato – la Chiesa cattolica è amica del povero”. “Come Cristo accoglie senza eccezione tutti quanti si avvicinano a lei per ascoltare il messaggio divino di pace, speranza e salvezza”. Per questo è imperativo – ha raccomandato – che il clero, i religiosi, i catechisti nelle diocesi “siano attenti ai diversi contesti linguistici, culturali, economici di coloro debbono servire”: 

“I encourage you, dear brothers, to carry forward the Church’s efforts…”
Infine, l’incoraggiamento a proseguire negli sforzi “per promuovere il benessere della società indiana attraverso una costante attenzione alla promozione dei diritti fondamentali - diritti condivisi da tutta l’umanità – e invitando i fedeli cristiani e di altre tradizioni religiose a raccogliere la sfida di affermare la dignità di ogni persona”, che si esprime nei diritti inalienabili, morali, spirituali e materiali. “Questa dignità” – ha rimarcato infine Benedetto XVI – “non è semplicemente una concessione accordata da qualsiasi autorità terrena. E’ un dono del Creatore, e deriva dal fatto che siano stati creati a sua immagine e somiglianza”.

Amedeo Lomonaco di Radio Vaticana ha intervistato mons. Leo Cornelio, ricevuto stamane da Papa Benedetto XVI, le cui parole si soffermano sul sistema delle caste presenti in India. Il prelato auspica per una comunità capace di rispettare tutti, senza fare alcuna distinzione:

R. – In India il sistema delle caste esisteva ed esiste tutt’oggi, e molti di quelli che appartengono alla classe più bassa come anche i dalit si convertono. Quando si convertono al cristianesimo - o anche ad altre religioni – la Chiesa non fa differenze. Tra i cristiani, però, ci sono delle differenze e bisogna superare quest’ostacolo. Poco a poco, noi facciamo tutto il possibile per riuscirci. A volte, in alcuni Stati, questa differenza è più marcata, mentre da noi, nel nord del Paese, è meno visibile. Vorremmo avere una comunità che rispetti tutti, senza differenze tra i tribali o a causa del sistema della casta. 

D. – Qual è, oggi, la vera ricchezza dell’India e a quale speranza questo Paese può legare il proprio futuro?

R. –L’India è un Paese molto giovane e siamo ricchi di entusiasmo e di speranza per il futuro. Pensiamo positivamente e lavoriamo per questa speranza e questa gioventù. Credo che questa sia una cosa positiva, un esempio per tutto il mondo. (vv)

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