lunedì 26 settembre 2011

Viaggio Apostolico in Germania. Il Papa: è ora di liberare la Chiesa dai legami materiali e politici. Fiducioso sul futuro del cristianesimo

Oggi pubblichiamo un doppio articolo di Radio Vaticana che raccoglie in sintesi le parole del Santo Padre pronunciate nell'ultimo giorno del suo Viaggio Apostolico in Germania. Parole cariche di speranza come vedremo nel primo articolo, parole che ci fanno riscoprire la bellezza e il sapore del cristianesimo. Le parole del Papa ci ricordano quelle di Don Zeno Saltini, Fondatore di Nomadalefia, sacerdote cattolico iscritto nel registro dei Testimoni, capace di puntare il dito contro le nefandezze di alcuni componenti del clero. Nel secondo articolo potremo di nuovo vivere la speranza attraverso la fiducia del Papa sul futuro del cristianesimo. Due articoli molto belli da leggere per il loro contenuto umile e giusto:

Friburgo. Il Papa ai cattolici impegnati: è ora di liberare con coraggio la Chiesa dai suoi legami materiali e politici


Il Papa ha scelto l’incontro con i cattolici impegnati nella Chiesa e nella società, al Konzerthaus di Friburgo, ultima tappa del suo viaggio in Germania, per svolgere un discorso molto intenso sulla missione e l’identità della Chiesa. L’evento è stato aperto da una breve esecuzione musicale dell’Orchestra Filarmonica di Friburgo. Il servizio di uno dei nostri inviati in Germania, Sergio Centofanti:

Il discorso del Papa è forte e chiaro: la Chiesa deve cambiare. Deve cambiare non per adattarsi alla mentalità del mondo ma, al contrario, per essere più fedele al Vangelo e rispondere alla sete di Dio di tanti che non sanno più credere. Ricorda come rispose Madre Teresa di Calcutta a chi le domandava quale fosse la prima cosa da cambiare nella Chiesa. Disse: “Lei ed io”:
“An dieser oleine Episode wird uns zweierlei deutlich. …
Questo piccolo episodio ci rende evidenti due cose: da un lato, la religiosa intende dire all’interlocutore che la Chiesa non sono soltanto gli altri, non soltanto la gerarchia, il Papa e i vescovi: Chiesa siamo tutti noi, i battezzati. Dall’altro lato, essa parte effettivamente dal presupposto: sì, c’è motivo per un cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti sono chiamati ad una continua conversione”.
Nel suo sviluppo storico, c’è una tendenza della Chiesa ad adattarsi ai criteri del mondo, a far prevalere la forza dell’organizzazione sull’apertura allo Spirito. Così, essa deve sempre di nuovo distaccarsi dai condizionamenti del mondo, e la storia talora viene provvidenzialmente in suo aiuto come dimostrano alcuni eventi del passato:
“Die Säkularisierungen - sei es die Enteignung von Kirchengütern ...
L’espropriazione di beni della Chiesa o la cancellazione di privilegi o cose simili – ha sottolineato - significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità: essa si spogliava, per così dire, della sua ricchezza terrena e tornava ad abbracciare pienamente la sua povertà terrena”.

Col distacco dai suoi legami materiali, la missione della Chiesa diventa più “credibile”:
“Die von materielen und politischen Lasten und Privilegine befreite ...
Liberata dai suoi fardelli materiali e politici (…) – ha spiegato il Papa – la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero, può essere veramente aperta al mondo. Può nuovamente vivere con più scioltezza la sua chiamata al ministero dell’adorazione di Dio e al servizio del prossimo”.
Non si tratta – precisa Benedetto XVI – “di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa” ma di riportarla “alla sua piena identità, togliendo da essa ciò che solo apparentemente è fede, ma in verità sono convenzioni e abitudini”. La Chiesa, infatti - ha aggiunto - non deve cercare l’adesione degli uomini per rafforzare “un’istituzione con le proprie pretese di potere”, ma per condurli a scoprire l’amore di Dio. Per questo deve presentare la fede cristiana per quello che è, senza accomodamenti:
“Der christliche Gaube ist für den Menschen allerzeit - und nicht erst ...
La fede cristiana – ha detto con forza il Papa – è per l’uomo uno scandalo sempre e non soltanto nel nostro tempo. Che il Dio eterno si preoccupi di noi esseri umani, ci conosca; che l’Inafferrabile sia diventato in un determinato momento afferrabile; che l’Immortale abbia patito e sia morto sulla croce; che a noi esseri mortali siano promesse la risurrezione e la vita eterna – credere questo è per noi uomini una vera pretesa”.
“Questo scandalo, che non può essere abolito se non si vuole abolire il cristianesimo” – rileva Benedetto XVI  è purtroppo offuscato da ben altri scandali, provocati da coloro che dovrebbero farsi annunciatori della fede. Così ora, conclude il Papa, c’è “una ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora (…) di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa. Questo non vuol dire ritirarsi dal mondo. Ma una Chiesa alleggerita degli elementi mondani” è capace di parlare in modo credibile agli uomini.



***


Benedetto XVI al congedo dalla Germania: fiducioso sul futuro del cristianesimo


“Fiducioso per il futuro del cristianesimo in Germania”. Così il Papa nel discorso di congedo dalla Germania a conclusione del suo 21.mo viaggio apostolico. A salutare il Benedetto XVI in partenza dall’aeroporto di Lahr, il presidente della Repubblica federale Christian Wulff, nel suo indirizzo di saluto ha definito il viaggio del Papa un evento che ha “dato speranza” e costruito dei “ponti”. Il servizio di Stefano Leszczynski:

Benedetto XVI è rientrato ieri sera a Castel Gandolfo al termine del suo primo viaggio ufficiale in Germania che lo ha portato prima a Berlino, poi ad Erfurt, a Etzelsbach e, infine, a Friburgo. Nel corso della cerimonia di congedo, avvenuta all’aeroporto di Lahr, il Papa ha ripercorso gli eventi principali vissuti nei quattro intensi giorni di permanenza nel suo Paese natale, a cominciare da quanto avvenuto nella capitale e, primo fra tutti, la visita al parlamento tedesco:
“In Berlin hatte ich die besondere Gelegenheit, vor den Abgeordneten…
Ho avuto l’occasione particolare di parlare davanti ai parlamentari al Deutscher Bundestag – ha rammentato – ed esporre loro alcune riflessioni sui fondamenti intellettuali dello stato”.
Il Papa ha rievocato anche i “fruttuosi colloqui” avuti con il presidente Wulff e la cancelliera Merkel sulla situazione interna della Germania e della comunità internazionale. Ma ad aver toccato il Papa in maniera del tutto particolare è stata “l’accoglienza cordiale e l’entusiasmo di così tante persone a Berlino”. Benedetto XVI ha poi ricordato la rilevanza che il tema dell’ecumenismo ha avuto in questo viaggio, insieme al dialogo interreligioso:
“Hier möchte ich die Begegnung mit den Vertretern fer Evangelischen…
Qui vorrei rilevare l’incontro con i rappresentanti della Chiesa Evangelica in Germania nel già Convento agostiniano a Erfurt. Sono profondamente grato – ha concluso Benedetto XVI – per lo scambio fraterno e la preghiera comune”.
Ma la visita era naturalmente rivolta in maniera particolare anche ai cattolici tedeschi, la cui risposta ed atteggiamento verso Dio e la Chiesa hanno reso fiducioso il Papa per il futuro del cristianesimo nel Paese, nonostante i gravi danni provocati dalle dittature nazista e comunista:
“Wie schon bei den früheren Besuchen war erfahrbar... 
Come già durante le visite precedenti, si è potuto sperimentare quante persone qui testimoniano la propria fede e rendono presente la sua forza trasformante nel mondo di oggi”.
Benedetto XVI ha ricordato inoltre con gioia l’affetto ricevuto dai giovani durante la veglia di Friburgo e che gli ha riportato alla mente quella che ha definito “l’impressionante Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid”. Di qui l’incoraggiamento alla Chiesa in Germania “a proseguire con forza e fiducia il cammino della fede, che fa ritornare le persone alle radici, al nucleo essenziale della Buona Novella di Cristo”:
“Aus dieser Erfahrung wächst schließlich die Gewißheit…
Da questa esperienza cresce infine la certezza: ‘Dove c’è Dio, là c’è futuro’. Dove Dio è presente, là c’è speranza e là si aprono prospettive nuove e spesso insospettate che vanno oltre l’oggi e le cose effimere”.
In questo senso accompagno, nei pensieri e nelle preghiere, il cammino della Chiesa in Germania.” In volo verso Roma il Papa ha inviato come di consueto un telegramma di saluto ai leader dei paesi sorvolati, in questo caso Germania, Svizzera ed Italia. In particolare, al presidente italiano Giorgio Napolitano, il Benedetto XVI ha inviato una speciale benedizione “affinché l’amato popolo italiano sia animato dal vivo desiderio di realizzare una società sempre più giusta e solidale”.



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