martedì 10 maggio 2011

Il commercio nero dello sfruttamento sessuale sui minori

Torniamo a malincuore nel nostro Osservatorio ad affrontare il dolorosissimo tema del turismo sessuale, un fenomeno tristemente marcato e poco denunciato. Attraverso un articolo di La Bussola Quotidiana vediamo qual è la situazione nel mondo:



Tra gli aspetti di quell’edonismo globalizzante in cui è immersa la società occidentale, ve n’è uno – atroce, di cui si parla di rado – che coinvolge la dignità e la vita dei bambini. E’ lo sfruttamento sessuale commerciale dei minori. Un fenomeno differente dalla pedofilia – che è la tendenza a preferire i bambini come partner sessuali - e dagli abusi, che di solito avvengono nel contesto familiare o amicale del bambino, senza scambio di beni o denaro. La Dichiarazione di Stoccolma del 1996 definisce lo sfruttamento sessuale commerciale dei minori come "... una violazione fondamentale dei diritti dei bambini. Comprende l'abuso sessuale da parte di un adulto
e una retribuzione in natura e/o in denaro corrisposta al bambino da terze  persone".

Il bambino viene trattato sia come oggetto sessuale sia come oggetto commerciale e rappresenta una forma di coercizione e violenza esercitata nei loro confronti ed equivalente ai lavori forzati ed a una forma di schiavitù contemporanea, favorita dagli interessi economici dei gruppi locali che lo gestiscono, che si alimenta e sfrutta la lotta per la sopravvivenza di strati consistenti della popolazione in molti paesi ed in alcuni di questi riveste caratteristiche di massa. Gli occidentali cercano quei luoghi dove pensano di poter praticare comportamenti criminali gravissimi garantendosi l’impunità, sapendo che troveranno bambine e bambini e adolescenti disposti – innanzitutto per necessità e gestiti dalle organizzazioni criminali facenti capo al traffico degli esseri umani – a fare mercimonio del proprio corpo.

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