martedì 23 agosto 2011

Il prodigio che sconvolge il pregiudizio

Carissimi, vogliamo oggi riproporvi la testimonianza pubblicata appena ieri sera nel nostro forum. Si tratta di  una testimonianza tratta dal nuovo libro di Antonio Socci "La guerra contro Gesù" che ci mostra come dinanzi al prodigio operato da Dio anche un intellettuale ateo convinto si deve arrendere:

Fin dall'inizio (1856) a Lourdes si verificarono guarigioni straordinarie e i giornali dell'epoca riportarono notizie impressionanti. Un caso particolarmente clamoroso fu quello di Caroline Esserteau, una povera donna che da undici anni era ammalata di mielite cronica. Da Niort, dove viveva in ospizio, venne in pellegrinaggio a Lourdes il 2 luglio 1873 e si trovò guarita all'improvviso, inspiegabilmente, subito dopo essere stata immersa nella piscina del santuario. L'anno successivo, il 6 agosto 1874, fu un vescovo russo, monsignor George Casimir Iwszewicz, ad avere una guarigione istantanea e definitiva dall'idropisia «molto violenta e mortale» che l'affliggeva. Casi di questo genere continuavano a essere riferiti sui giornali e irritavano non poco i cosiddetti liberi pensatori che continuavano a riversare valanghe di sarcasmi e disprezzo su Lourdes e sui cattolici «creduloni», ma senza mai sapere o poter sbugiardare quei miracoli. Ci volle provare un uomo di medicina di idee positiviste come Alexis Carrel (1873-1944), uno straordinario ingegno che nel 1912, a 39
anni, si guadagnerà addirittura il Premio Nobel per le sue ricerche e scoperte mediche. Carrel riteneva che i miracoli non esistessero e che i presunti miracoli di Lourdes fossero semplicemente dei fenomeni di autosuggestione. Anche per Carrel le convinzioni religiose della fanciullezza erano state spazzate via dagli studi scientifici e soprattutto dalla lettura di «filosofia ed esegesi» che ricordava come «ore di inquietudine e di angoscia», finché nella sua mente «tutto s'era placato» in una rassegnata «infelicità», accettando e abbracciando una visione atea della vita, le cui sole certezze - riteneva - erano quelle fornite dalla scienza.415 Quando, nel 1903, un collega medico, dovette rinunciare all'ultimo momento ad accompagnare i malati al santuario dei Pirenei, chiedendo a lui di sostituirlo, Alexis colse l'occasione al volo per andare di persona a rendersi conto della situazione, proprio per applicare quel metodo sperimentale che aveva imparato e che era diventato una filosofia di vita, legata alla concreta analisi dei fatti. Seguiamo il resoconto che lui stesso ha fatto in Viaggio a Lourdes. Durante il viaggio in treno gli fu assegnato in qualità di medico il doloroso caso di Marie Bailly (nel libro di Carrel chiamata Marie Ferrand), una ventenne di Bordeaux ammalata di peritonite tubercolare all'ultimo stadio. Entrambi i genitori erano morti di quella patologia e la fanciulla, ammalata dall'età di 17 anni, era ritenuta ormai spacciata dal chirurgo che si era rifiutato di operarla e dai suoi medici curanti i quali ritenevano perfino che non sarebbe arrivata viva a Lourdes. In effetti Carrel deve sudare sette camicie per farla arrivare viva a destinazione. La povera ragazza distesa su un letto e immobilizzata, con un ventre enormemente gonfio, veniva costantemente tenuta sotto controllo da lui che - arrivato a Lourdes - incontra un suo vecchio collega e si lascia andare a una sincera confidenza sulla vita e sulle proprie convinzioni. Visto il luogo in cui si trovavano fu inevitabile parlare delle questioni di fede e dei tanti miracoli di cui tutti discutevano.
Carrel espose le sue convinzioni e - interrogato dall'amico - spiegò che poteva convincersi di un miracolo solo se personalmente si fosse trovato davanti alla «guarigione improvvisa di una malattia organica» come «un cancro scomparso. [...] Se mi fosse concesso di vedere un fenomeno tanto interessante, tanto nuovo, sacrificherei tutte le teorie e le ipotesi del mondo. Ma non ho il minimo timore di dover arrivare a questo». Con un sorriso sarcastico concluse: «Ti assicuro [...] che se vedessi anche soltanto una piaga chiudersi istantaneamente sotto i miei occhi, o diventerei un credente fanatico, o impazzirei».416 L'interlocutore provò a fornirgli un'ampia casistica, ma Carrel - da bravo positivista - non si lasciò scalfire nelle sue certezze. Poteva arrendersi solo davanti all'evidenza sperimentale, constatata con i suoi stessi occhi. Quasi come una sfida implicita a Dio, disse: «C'è anche una giovinetta, Marie Ferrand, presso la quale mi hanno chiamato forse dieci volte e che è in pericolo [...] di vita. [...] Questa disgraziata ha una peritonite tubercolare, all'ultimo stadio. Tutti i suoi parenti sono morti di tubercolosi; la ragazza ha avuto piaghe tubercolose, caverne polmonari e, dopo qualche mese, una peritonite, diagnosticata da un medico e da Bromilloux, il notissimo chirurgo di Bordeaux. Ora è in uno stato pietoso. [...] Temo che mi muoia tra le mani. Se guarisse quest'ammalata, sarebbe veramente un miracolo. Io crederei a tutto e mi farei frate!».417
Deve essere davvero molto sicuro di sé il medico Carrel per spingersi a lanciare una sfida così impegnativa. Non a caso viene raggiunto dalla notizia di un ulteriore aggravamento della ragazza che gli fa prevedere il suo sicuro decesso entro poche ore.

Con le ultime residue forze che le restano Marie riesce però a sussurrare il suo estremo desiderio: andare alle piscine e alla Grotta. La cosa provoca un alterco fra Carrel - assolutamente contrario - e la ragazza che assiste l'ammalata, che ritiene crudele non esaudire questa sua ultima volontà. Marie, viste le sue condizioni gravissime, non potrà essere immersa nelle piscine. E quando viene portata davanti alla Grotta, sulla sua lettiga, accanto a centinaia di altri ammalati, secondo Carrel è ormai in agonia. Nel frattempo comincia una liturgia di preghiera per gli ammalati. Il medico naturalmente se ne disinteressa e non perde d'occhio la giovane, convinto che stia per spirare. Sennonché, verso le 14.40 - è lui stesso a prendere nota di tutto quanto sta avvenendo - si verifica qualcosa di assolutamente imprevisto e impensabile. Il volto cadaverico di Marie ritrova d'improvviso il suo colorito, i suoi occhi sono fissi alla Grotta, il respiro si fa più vigoroso, il battito riprende. Carrel stupito le prende il polso, la scruta e cerca di capire cosa sta accadendo: «Il viso di Marie [...] continuava a modificarsi, i suoi occhi erano volti, brillanti ed estasiati, verso la grotta. Un miglioramento importante si era verificato. [...] D'un tratto Lerrac [Carrel, N.d.A.] si sentì impallidire. Vedeva, verso la cintura, la coperta abbassarsi a poco a poco a livello del ventre».418 Alle ore 15 «la tumefazione del ventre sembrava completamente scomparsa». Carrel, davanti a questo inaudito fenomeno, è sconvolto: «Io credo di stare impazzendo davvero».419 Stupefatto chiede alla ragazza come si sente e lei sorridendo gli dice: «Benissimo; non sono molto in forze, ma sento che sono guarita».420 Non era affatto un'impressione. Di lì a qualche minuto Carrel vede la ragazza sollevarsi su un fianco (cosa impensabile poco prima) e bere una tazza di latte. Carrel «turbato, incapace di riflettere
[...] non parlava più; non pensava più. Il fatto inatteso era talmente contrario a tutte le sue previsioni, che egli credeva di sognare! [...]
Quel ch'era accaduto era la cosa impossibile, la cosa inattesa, il miracolo!».421 Sono circa le ore 16. Ammutolito, il medico si alza e attraversa le file delle barelle. In clinica, con gli altri medici, constaterà l'avvenuta guarigione, istantanea e inspiegabile, della ragazza. Incredulo tasterà quel ventre piatto e sano della ex ammalata che poco prima era orrendamente gonfio: «Rimase muto, la trasformazione era prodigiosa. [...] Provava la sensazione di aver ricevuto un pugno sulla testa».422 Mentre la ragazza, che non aveva mai smesso di confidare nella misericordia divina, «era raggiante. La gioia [...] di lei sembrava comunicarsi a tutti».423 Sarà una guarigione definitiva, infatti Marie, tornata a casa, sceglierà di farsi suora tra le Figlie della Carità e dedicare la sua vita agli ammalati. Ma anche per Carrel sarà l'inizio della «guarigione» dalla sua malattia, che non era fisica, ma assai più mortale: l'assenza di fede e la disperazione. Quel giorno stesso, sconvolto e commosso, si ritroverà davanti alla statua della Vergine, nella Basilica, a sussurrarle queste parole: «Vergine dolce, che soccorrete gli infelici, che vi implorano umilmente, proteggetemi. Io credo in Voi».424 Era l'inizio di un cammino che lo porterà ad abbracciare la fede cattolica. Ma è interessante registrare cosa accadde in quelle ore quando per caso incontrò di nuovo il suo amico: «Sei convinto, ora, filosofo incredulo?», gli domandò sottovoce quello. Carrel rispose da positivista, facendo parlare i fatti: «Una giovane molto malata [...] è stata guarita in pochi istanti sotto i miei occhi. È una cosa meravigliosa, è un miracolo. [...] Bisogna dunque constatare i fatti».425 C'è una lealtà profonda in queste parole che forse sfuggì all'interlocutore, più interessato a ironizzare sulla sua precedente scommessa relativa al «farsi frate». È una lealtà rispetto alla ragione e agli eventi. Carrel dopo questa sconvolgente esperienza rivede tutte le sue idee e annota: «L'impossibilità a definire una cosa non ne determina l'inesistenza». Infine formula un pensiero che è una critica metodologica al pregiudizio razionalista: «Poca osservazione e molto ragionamento conducono all'errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità». A Lourdes - come in altri santuari e non solo - continuano a verificarsi avvenimenti che la scienza definisce del tutto inspiegabili e che manifestano la presenza di Qualcuno che ha un potere superiore alla natura. Oggi come cento anni fa. Come duemila anni fa, fra le strade della Galilea e della Giudea.
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2 commenti: on "Il prodigio che sconvolge il pregiudizio"

Mikhael ha detto...

Caro Angel, davvero una bellissima testimonianza! Proprio qualche giorno fa ho iniziato a leggere i miracoli di Lourdes riconosciuti dalla Chiesa. La cosa che mi ha colpito è che molte delle guarigioni sono avvenute il 21 Agosto e, strano caso, questi miracoli ho iniziato a leggerli proprio il 21 Agosto scorso... :)

Riscoprire la fede ha detto...

I numeri non sono quasi mai casuali... A presto!!

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