sabato 20 agosto 2011

Kate Omoregbe: una cattolica che rischia la lapidazione

Oggi nell'Osservatorio diamo spazio a una di quelle storie che lasciano con il fiato sospeso migliaia di persone: è quella di Kate Omoregbe, una cattolica che, a suo dire, sta scontando in carcere un reato commesso dalle sue coinquiline nell'appartamento nella quale si trovava. Tra qualche mese Kate lascerà il carcere, ma ciò che la preoccupa è il rimpatrio. Infatti Kate nel suo paese di origine, in Nigeria, rifiutandosi di sposarsi con un matrimonio combinato con un uomo più grande e rifiutando la conversione alla fede mussulmana ha attirato su di sé le ire della sua famiglia, oltre alla condanna di sfregio del volto e della lapidazione voluta dalla "legge" del suo paese.

La notizia che riportiamo quest'oggi è tratta dal giornale telematico TGCom:


E' una gara di solidarietà quella per una ragazza nigeriana in carcere ma che rischia la lapidazione in patria se espulsa dall'Italia. La giovane è stata condannata in Nigeria per aver rifiutato un matrimonio combinato e per non essersi convertita alla religione musulmana. "Voglio difendere la mia libertà e la mia fede cristiana", racconta al leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che l'ha incontrata in carcere.
Kate Omoregbe è detenuta nella casa circondariale della città del Pollino (dove sta finendo di scontare una condanna a quattro anni e quattro mesi, uscirà nella prima decade di settembre) e ha chiesto asilo politico per poter restare in Italia (dove si trova da dieci anni, con regolare permesso di soggiorno) e non essere espulsa per evitare, nel suo Paese, il patibolo, la lapidazione e la morte per il suo rifiuto (per questo è stata anche ripudiata dalla sua famiglia) di sposare una persona molto più grande di lei (che non ama) e di non volersi convertire (lei che è cristiana) alla religione musulmana.

Corbelli dopo aver ricevuto una lettera della ragazza con una accorata richiesta di aiuto, continua ininterrottamente da alcune settimane la battaglia per salvare la giovane immigrata. "E' una storia incredibile, allucinante. E' stato un incontro molto toccante. La ragazza si è commossa ed ha pianto quando mi ha visto e quando le ho detto dell'attenzione e dell'aiuto dei tredici senatori, del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, di Mediaset, dei media calabresi, quando le ho mostrato i quotidiani calabresi e L'Avvenire che parlavano della sua storia.

Ho trovato una ragazza assai provata, terrorizzata dall'ipotesi di essere espulsa dall'Italia, rimpatriata in Nigeria, dove l'aspetta la condanna alla lapidazione. Piangendo la ragazza mi ha raccontato la sua storia, la sua odissea che inizia 15 anni fa, quando appena finita la scuola superiore, i suoi genitori cercano di farle sposare una persona molto più grande di lei, un anziano autista di quasi 60 anni che non conosce e non ama. I genitori la picchiano per obbligarla al matrimonio combinato e per convincerla a convertirsi alla religione musulmana, lei che è cristiana. Per anni ha subito le minacce e le vessazioni della sua famiglia, sino a quando una sera di settembre del 2000 decide di fuggire dalla sua casa e dal suo Paese. Aiutata da un amico, cammina per un intera notte. Girovaga per tre mesi tra il Niger, il Mali e il Marocco. Dorme in alloggi di fortuna. Viene aiutata da una donna, di fede cristiana, a Rabat. Cerca di arrivare in Europa, dopo un viaggio avventuroso in mare durato due giorni.

Sbarca in Spagna e da qui dopo pochi giorni arriva in Italia, a Roma. Dove trova lavoro come badante nella Capitale e per un breve periodo anche in Toscana a Prato. Ottiene il permesso di soggiorno. Divide a Roma un piccolo appartamento con altre quattro ragazze nigeriane. Una mattina di febbraio del 2008 mentre è sola in casa, viene perquisita la sua abitazione e trovata una piccola quantità di droga. Viene arrestata nonostante la ragazza abbia subito e sempre proclamato la sua innocenza. Lei con quella droga utilizzata dalle sue amiche non aveva nulla a che fare. La giovane Kate non solo non si è mai drogata, ma, mi ha detto, non ha mai né bevuto, né fumato una sigaretta. Viene condannata a quattro anni e quattro mesi di carcere. Resta dieci mesi a Rebibbia.

Viene quindi trasferita nella casa circondariale di Castrovillari dove si trova da 2 anni e sei mesi. Il suo fine pena è il 16 novembre prossimo, ma per gli abbuoni per la sua buona condotta (è da tutti definita una detenuta modello e per questo usufruisce anche della possibilità di lavorare alcune ore al giorno fuori dal carcere) sarà scarcerata tra poche settimane, nella prima decade di settembre. Per lei a causa della condanna dovrebbe scattare, finita la detenzione, l'espulsione dall'Italia. E' questa la sua paura, il suo terrore, ritornare in Nigeria dove l'aspetta la lapidazione.

"Sono, mi ha detto, le regole, non scritte, del nostro Paese: per le donne che si rifiutano di accettare il matrimonio combinato, c'è lo fregio del viso con l'acido e la lapidazione, una morte orrenda. Io chiedo solo di poter restare in Italia, riprendere gli studi, laurearmi. Voglio costruirmi una famiglia, voglio difendere la mia libertà e la mia fede cristiana. Mi sono augurata tante volte di morire. Mi ha aiutato la mia fede cattolica. Oggi chiedo solo di essere salvata da una fine orrenda, dalla lapidazione. Ringrazio il Movimento dei diritti civili, il signor Corbelli, la mia speranza di salvezza, il direttore del carcere e tutto il personale per la grande umanità e quanti mi stanno aiutando".

Copyright © 1999-2011 RTI S.p.A.
Digg Google Bookmarks reddit Mixx StumbleUpon Technorati Yahoo! Buzz DesignFloat Delicious BlinkList Furl

4 commenti: on "Kate Omoregbe: una cattolica che rischia la lapidazione"

Anonimo ha detto...

Appeal to save Kate Omoregbe - Appello per salvare Kate Omoregbe

Target: Sig. On. Presidente Della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano Palazzo del Quirinale, 00187 Roma - Italia - presidenza.repubblica@quirinale.it
Sponsored by: Care2's Friends
Petition: http://www.thepetitionsite.com/1/appeal-to-save-kate/

Blog appello: http://teelastory.blogspot.com/2011/08/appeal-to-save-kate-omoregbe-appello.html

Appeal to save Kate Omoregbe:

This is an appeal to the President of the Italian Republic Giorgio Napolitano, why prevent the repatriation of the Nigerian woman Kate Omoregbe, the young woman has fled Nigeria for not be forced to marry a man very old and suffer one forced conversion from Catholicism to Islam.
In Nigeria she risk stoning or at least scarring with acid by relatives.
The girl is in Italy for some years, but now, she is held in prison, in a few days she will end the period of detention and must be repatriated.
The girl asked for political asylum in Italy but a positive answer, maybe will arrive too late.
A brief account of of the story of Kate Omoregbe:
The young Nigerian has worked for nearly 10 years as a caregiver for the elderly, in Rome and Tuscany, and had permission to residence Italy.
In Rome, she shared a small apartment with four other Nigerian girls. One February morning in 2008 while he was alone, her house is raided by the police to his home and found a very small amount of marijuana.
Omoregbe Kate is arrested, although she has been and always proclaimed his innocence.
The marijuana was from her friends and she said, or never drank, or smoked a cigarette.
Despite this, can not afford a good lawyer and she is sentenced to four years and four months in prison.
Now finished his sentence and obvious an unjust punishment, Kate Omoregbe will be repatriated.
And call it this justice!
The girl will be released and repatriated before September 10, 2011,
therefore, remain few days to get to at least 500 signatures.

Petition: http://www.thepetitionsite.com/1/appeal-to-save-kate/
Thanks for all signers!

Mikhael ha detto...

Caro Marco A.G., grazie per questa importante segnalazione!!

E.P. ha detto...

Un blog ateo ha sbufalato completamente la notizia. Documentando per bene.

Quando un cattolico cade nel tranello mediatico (dando spazio a notizie come quella che hai pubblicato) è perché pone come criterio di giudizio le proprie paure e i propri dolci sospiri: oddio, un'altra cattolica perseguitata.

È lo stesso sentimentalismo cretino di tanti cattolici, che sapientemente viene sfruttato dagli accattoni: per far soldi, ci si siede fuori dalla parrocchia ma mai -che so- fuori da una sinagoga o da una moschea o da un centro buddista.

Suona bene: "Oddio, una cristiana perseguitata". "Oddio, un poverello che non ha da mangiare". Oddio.

Il cattolico che ragiona "per sospiri" viene turlupinato sia dal comune accattone, sia dalla paura ancestrale (ben orchestrata dai media) di cattivissimi islamici all'assalto dei cattolici "sospiratori". Che perciò vedono lapidazioni ovunque, persino nell'un per cento dei casi in cui ci sono veramente. E sappiamo bene che a furia di gridare "al lupo, al lupo", non ascolterà più nessuno.

Mikhael ha detto...

Se le cose stanno veramente così, non mi resta che accogliere il tuo punto di vista e guardarmi bene la prossima volta da questo genere di notizie.

Ti ringrazio per averci informati.

Posta un commento