Nella giornata di ieri, c'è stato un interessante intervento del Cardinal Angelo Bagnasco, in occasione della festività di San Lorenzo. In quest'intervento ci sono numerosi spunti socio-politici che meritano di essere letti e e conosciuti, soprattutto in un tempo di grande crisi di fiducia nelle istituzioni:
Arcidiocesi di Genova
Festa di San Lorenzo, 10.8.2011
OMELIA
“La sana laicità”
Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore
1. Nel cuore dell’estate ritorna la cara festività di San Lorenzo. A lui, diacono e martire del III secolo a Roma, è dedicata la nostra splendida cattedrale che lo onora anche con l’affascinante linguaggio dell’arte. La sua storia è nota: fu ucciso dall’Imperatore Valeriano pochi giorni dopo il martirio del Pontefice Sisto II. L’Imperatore romano voleva rapinare la Chiesa dei beni che servivano alla sua missione e al sostengo dei poveri. Lorenzo non li consegnò, e per questo fu bruciato vivo. Ma dal suo sangue nacquero nuovi cristiani, e la fede crebbe in bellezza e forza. Sempre, nei secoli, quando la persecuzione si scatena contro la Chiesa – sia in modi brutali e manifesti, sia in forma di lusinghe sorridenti – e la fede sembra destinata a soccombere, in realtà essa vive. Pur nella clandestinità, la linfa del Vangelo ha irrigato le anime, e anche oggi, in diverse parti del mondo, i cristiani sono perseguitati e uccisi in spregio di quella libertà religiosa che pur viene proclamata nelle carte internazionali e nei consessi dei Popoli: essa è esigenza primaria della dignità dell’uomo e pietra angolare nell’edificio dei diritti umani.
Guardando al martirio di San Lorenzo, emergono delle domande: i cristiani sono forse pericolosi alla società civile? Sono tolleranti verso coloro che dicono di non avere fede o ne hanno una diversa? La loro partecipazione alla vita pubblica – ad ogni livello – è utile per costruire il bene comune, oppure la loro visione religiosa costituisce un ostacolo o, peggio, un pericolo per la collettività che oggi è multiforme e policulturale?
2. Potremmo rispondere facendo memoria di duemila anni storia: si resta impressionati dalle innumerevoli opere di carità e di promozione umana a cui la Chiesa , ovunque nel mondo, con grandi sacrifici ha dato vita. L’unico scopo è stato di dare sollievo a tante sofferenze, e di elevare moralmente e culturalmente i singoli e le società. Come dimenticare questo patrimonio? La Chiesa non nutre aspettative mondane, né pretende privilegi per suoi particolari interessi; ma riconoscere questa storia e poterla continuare in pace, appartiene alla semplice giustizia e, se vogliamo, all’onestà intellettuale della storia. San Lorenzo ha contribuito a scrivere questo libro bianco con il rosso vivo del suo sangue. Ma se vogliamo andare oltre la testimonianza dei secoli, possiamo allora ricordare alcune considerazioni di fondo che vanno oltre i tempi e che ispirano i rapporti tra il Vangelo e la storia, quindi tra Chiesa e società, e più ampiamente tra società e politica.
3. In primo luogo dobbiamo ricordare che Cristo è il Salvatore di tutti gli uomini e di tutto l’uomo, del suo spirito e del suo corpo, del suo destino spirituale e della sua vita temporale: l’uomo non è un grumo di terra, ma un grumo di cielo. Per questo, quando il suo messaggio viene accolto – o almeno considerato - l’intera comunità civile si fa più responsabile dell’uomo nella sua interezza. Lo Stato stesso, che ha come scopo la giustizia, è sollecitato ad avere una visione non parziale dell’uomo-cittadino; è spinto a perseguire un’azione politica coerente con la verità della persona nelle sue esigenze fisiche e religiose. Questa, nella luce della Trinità Santa, va intesa non come un’isola tra le isole secondo una cultura individualistica e radicale per cui ognuno fa capo a sé solo, ma come un centro dinamico di relazioni solidali: l’uomo è aperto a Dio, richiede pane e lavoro ma anche cultura e riposo, famiglia stabile e salvaguardata ma anche partecipazione alla vita sociale e politica, reciprocità e doveri insieme a rispetto e diritti nella linea non tanto dei desideri quanto della natura umana.
La comunità politica e la Chiesa , anche se sono autonome nel proprio ambito, sono entrambe, seppure a titolo diverso, al servizio delle stesse persone e del loro bene. La dignità integrale della persona viene rivelata e garantita in modo eminente dalla fede cristiana. Purtroppo, strada facendo - ne abbiamo tristissime testimonianze! - la visione dell’uomo può essere annebbiata e snaturata sotto la spinta di interessi o ideologie disumane. Così, non di rado, il soggetto umano è ridotto ad oggetto. La visione alta e completa dell’uomo, che poggia su valori costitutivi e quindi irrinunciabili, fa dunque parte del tesoro della Chiesa, tesoro che deve offrire a tutti con umiltà e coraggio in ogni tempo, situazione e luogo. Per questo non è divisiva ma inclusiva e non può tacere.
4. Inoltre, sappiamo che le realtà temporali si reggono secondo norme proprie – non si consulta il Vangelo per avere le conoscenze tecniche proprie delle professioni – ma nel Vangelo si esprime forte e chiaro anche il richiamo alla necessaria moralità di ogni azione personale e pubblica. Non solo, ma è nella dimensione religiosa che l’uomo può trovare di fatto il fondamento ultimo dei riferimenti etici universali. Senza una radice trascendente, dove possono poggiare le leggi morali che illuminano l’agire dei singoli, delle istituzioni e della società? Resta solo la dinamica aleatoria dei numeri e delle opinioni, quando non addirittura delle pressioni e degli interessi più forti.
5. Ecco perché la fede cristiana non attenta in nessun modo alla vita sociale. Ed ecco perché i cristiani hanno un apporto originale e necessario da portare alla vita sociale e politica: essi hanno l’onore e l’onere di ricordare a tutti chi è l’uomo, quali sono i suoi principi costitutivi, la necessità dell’ etica, il suo fondamento trascendente, la via aurea dell’autentica giustizia e del bene comune. Per questa ragione il mondo cattolico rappresenta per la società un vivaio di valori, energie ed esperienze consolidate, che continuerà a mettere a disposizione del Paese: questo patrimonio non può essere dilapidato da nessuno, né dissolto per ignavia o per utopistiche sintesi e contaminazioni. Le molteplici aggregazioni laicali cattoliche o ispirate cristianamente, le Parrocchie e molte altre realtà, sono un popolo sempre più attento alla vita sociale e politica, anche se nell’agone pubblico vengono a volte liquidate come minoranze sparute e smarrite. Ma così non è e non sarà.
San Lorenzo, rifiutando di consegnare i beni della Chiesa e presentando all’Imperatore i poveri come i suoi veri tesori, ricordava alla società di allora, e ricorda alla società di oggi, la dignità intangibile di ogni uomo, dignità senza la quale non esiste società giusta. Anche per questo siamo qui ogni anno per pregare e riflettere.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova
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