mercoledì 3 agosto 2011

Sudan: Pulizia etnica e discriminazioni

Dignità e diritti umani sono uguali per ogni individuo, ma sono ancora oggi violati da un folle odio che sta massacrando un numero imprecisato di persone. E' quanto sta accadendo in Sudan. A denunciarlo è mons. Macram Max Gassis, vescovo di El Obeid nel Sudan nord-orientale, dando l'allarme su una vera e propria pulizia etnica nella quale sono coinvolti anche bambini, donne e anziane. La notizia è stata data ieri da Radio Vaticana dalla quale leggiamo più approfonditamente cosa sta accadendo in quella regione martoriata:

“Sui Monti Nuba è in atto una vera e propria pulizia etnica”. A denunciarlo all’agenzia Cisa è mons. Macram Max Gassis, vescovo di El Obeid nel Sudan nord-orientale. Durante una Messa a Nairobi in ricordo di mons. Cesare Mazzolari, il compianto vescovo di Rumbek scomparso lo scorso 16 luglio, il presule ha invitato a pregare per le popolazioni Nuba e ha esortato i media a dare più spazio a quanto sta accadendo nella regione. Nell’area di frontiera ancora contesa tra Nord e Sud Sudan proseguono, infatti, gli attacchi delle truppe governative nord sudanesi. Le vere vittime dei bombardamenti sono le popolazioni civili locali che continuano a fuggire dall’area. “Dicono di combattere contro l’esercito di liberazione del popolo sudanese protagonista della passata guerra civile in Sudan (Spla), ma non c’è nessuno Spla: sono i civili che vengono uccisi e tra loro persone vulnerabili come i bambini, le donne e gli anziati”, ha denunciato mons. Gassis. Secondo il presule, dopo l’indipendenza del Sud Sudan, Khartoum non è disposta a rinunciare ai Monti Nuba, Abyei, al Darfur e alla regione del Nilo Blu, ricche di materie prime preziose a cominciare dal petrolio. Di pulizia etnica parla anche John Ashworth, consulente del Sudan Ecumenical Forum secondo il quale l’unica soluzione è un radicale cambiamento della dirigenza politica nel Nord Sudan. Ashworth ha anche confermato che dopo l’indipendenza del Sud la situazione dei sud sudanesi residenti nel Nord è sempre più precaria e che anche la presenza della Chiesa è in pericolo, dal momento che la maggioranza dei leader religiosi cristiani sono originari del Sud. (L.Z.)

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