E a proposito di lentezza, Stefano Leszczynski di Radio Vaticana domanda a Filippo Ortolani, coordinatore dei programmi umanitari dell'Ong internazionale Oxfam, come mai nonostante le previsioni di un'ondata di siccità, la macchina degli aiuti internazionali si sia mossa con ritardo. Leggiamo attraverso le risposte di Filippo Ortolani, quali e quanti sono i Paesi colpiti, quante persone stanno subendo la grave crisi, quali le cause di questa pesante siccità e come si stanno comportando i governi:
D. – Quello che sorprende è il fatto che questa carestia non sia un evento improvviso. Come mai c’è stato poi questo ritardo nell’avviare una macchina di aiuti umanitari?
R. – Questa siccità è causata da un fenomeno meteorologico - e dal riscaldamento globale – chiamato la niña e già dall’ottobre dell’anno scorso si sapeva che gli effetti sarebbero potuti essere devastanti in alcune zone dell’Est Africa. Sorprende molto che molti governi e molte agenzie delle Nazioni Unite si siano mosse con ritardo. Questo, purtroppo, denota il sistema degli aiuti internazionali, che in qualche modo non funziona come dovrebbe.
D. – L’opinione pubblica internazionale è rimasta molto colpita dalla situazione che si è verificata nel Corno d’Africa e ha dimostrato in un certo senso una forte sensibilità attraverso le donazioni per gli interventi che vengono portati avanti nella regione. A fare da contraltare c’è un impegno finanziario più scarso da parte dei governi, nonostante le promesse...
R. – L’opinione pubblica si è dimostrata particolarmente sensibile a queste tematiche. I governi, purtroppo, stanno rispondendo, ma in maniera lenta e al di sotto delle aspettative. Per rispondere in maniera adeguata a questa emergenza si parla di una necessità di un miliardo e 200 mila dollari e al momento c’è purtroppo un gap di circa 800 milioni di dollari. Si parla di interventi di emergenza classici - distribuzione di cibo, distribuzione di acqua, medicine - affinché il minor numero possibile di persone muoia. (ap)
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