domenica 17 luglio 2011

Il punto della settimana: la manovra pro-casta

Solo una settimana fa avevamo visto uno spiraglio nella nostra politica: sembrava infatti che la politica si era finalmente decisa a tagliare i costi del suo mondo, evitando di incidere, ancora una volta, sui redditi dei ceti medio-bassi. Nemmeno il tempo di sognare ci han dato: in una notte (di mezz'estate...), tutto ciò che colpiva quella che possiamo definire ormai la casta della politica, è svanito, quasi come se non fosse mai stato scritto o pensato. E guarda caso, la mattina seguente, scopriamo che a pagare l'emergenza sono proprio i redditi medio-bassi!
Verrebbe da ridere, ma purtroppo c'è da piangere perché, ancora una volta, la politica italiana ha dato dimostrazione di essere sempre più chiusa su sé stessa e sui propri privilegi, troppo attaccata al potere per pensare di attenuarlo. La manovra approvata in fretta e furia, rappresenta uno dei punti più bassi della storia italiana e rappresenta la vergogna di un mondo che non vuole più rinunciare a quei privilegi che, con il tempo, si è conquistato: e così, abbiamo un documento che reintroduce il ticket sanitario e che dà una sforbiciata bella grossa persino al sistema delle detrazioni fiscali, usate soprattutto dai lavoratori dipendenti per tentare di ammortizzare il costo di prestazioni di vario genere, dalle spese sanitarie alle spese scolastiche sino a quelle del nucleo familiare.
Tutto questo non fa che strozzare, ancor di più, i redditi medio-bassi e ciò avrà certamente ripercussioni sull'economia generale: poiché il reddito disponibile va restringendosi, anche i consumi sono destinati a contrarsi ulteriormente e la conseguenza di ciò, sarà una riduzione della produzione delle imprese che saranno costrette non solo a tagliare gli investimenti, ma anche a licenziare operai (aumentando la disoccupazione, già a livelli vertiginosi). Ecco perché guardando la manovra tutti si chiedono se vi sia un economo o solo un matematico dietro il documento perché è impossibile pensare di riportare lo sviluppo attraverso la riduzione della moneta in circolazione o attraverso politiche di contrazione evidente dei consumi.
Basterebbe questo per affossare la manovra, ma come detto, la punta dell'iceberg è stata la rimozione di quelle disposizioni che, direttamente o indirettamente, influivano sulla casta, a cominciare da quel codicillo che avrebbe imposto l'allineamento degli emolumenti dei parlamentari a quelli europei (questo perché i nostri parlamentari sono i più pagati d'Europa, ndr). Questo ha attirato l'attenzione di molti e già movimenti di protesta stanno crescendo via web: inoltre, un certo spidertruman ha cominciato a rivelare i segreti bui di Montecitorio e quindi la situazione potrebbe ben presto accendersi maggiormente.
La protesta nasce dall'evidente ingiustizia rappresentata dal documento approvato: vedere che solo i medio-bassi sono costretti a stringere la cinghia, mentre i ricchi continuano ad arricchirsi alle spalle degli onesti, fa ovviamente accendere lo sdegno e l'indignazione, in ogni essere umano che si sente defraudato da una politica che non ha imparato nemmeno la logica dell'esempio: se vuoi che qualcuno sopporti dei sacrifici importanti, sii tu il primo a sopportarli. Evidentemente i parlamentari del PDL non conoscono questa logica, o fanno finta di non ricordarla, e continuano a prendere in giro gli elettori, ormai sentendosi al sicuro da ogni ripercussione elettorale, grazie all'attuale legge elettorale che, ricordiamo, non permette il voto di preferenza (il che significa che i parlamentari non abbisognano di voti per restare in Parlamento e ciò li spinge a staccarsi dalla società civile, sentendosi liberi di proteggere i loro interessi, esattamente come sta avvenendo in questi giorni). Se questo governo vuole davvero dimostrare di essere vicino al popolo, deve cominciare a tagliare i costi della politica: se non lo farà, passerà alla storia come uno dei peggiori governi della storia d'Italia (e il giudizio non è troppo negativo considerando i numerosi fallimenti di chi, solo tre anni fa, affermava che la crisi era un'invenzione della sinistra...) e i parlamentari in questione come degli avvoltoi senza il minimo senso di solidarietà nazionale.
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