venerdì 22 luglio 2011

Pacem in Terris - VI

Continuiamo la lettura dell'ultima Enciclica pubblicata da papa Giovanni XXIII "Pacem in terris": e continuiamo l'analisi del capitolo relativo al rapporto tra gli esseri umani e le autorità che li governano. Oggi, in particolare, vediamo la stessa ragion d'essere dei poteri pubblici che consiste nel perseguimento del bene comune: questa frase così ovvia e la meno attuata nella odierna società! Abbiamo visto, purtroppo, come le autorità abusino spesso della loro posizione per difendere interessi personali e settoriali, dimenticando invece che la priorità risiede nell'attuazione del bene comune. Giovanni XXIII va oltre ed indica anche quali sono gli elementi del bene comune, ricordando che le autorità devono prendere in considerazione tutti gli uomini, senza distinzioni di alcun genere: 
II

RAPPORTI TRA GLI ESSERI UMANI
E I POTERI PUBBLICI
ALL’INTERNO DELLE SINGOLE
 COMUNITÀ POLITICHE 

L’attuazione del bene comune: ragione d’essere dei poteri pubblici

32. Tutti gli esseri umani e tutti i corpi intermedi sono tenuti a portare il loro specifico contributo all’attuazione del bene comune. Ciò comporta che perseguano i propri interessi in armonia con le sue esigenze; e adducano, allo stesso scopo, gli apporti — in beni e servizi — che le legittime autorità stabiliscono, secondo criteri di giustizia, nella debita forma e nell’ambito della propria competenza; e cioè con atti formalmente perfetti e i cui contenuti siano moralmente buoni o, almeno, ordinabili al bene.

Però l’attuazione del bene comune costituisce la stessa ragione di essere dei poteri pubblici; i quali sono tenuti ad attuarlo nel riconoscimento e nel rispetto dei suoi elementi essenziali e secondo contenuti postulati dalle situazioni storiche [29].

Aspetti fondamentali del bene comune

33. Vanno certamente considerati come elementi del bene comune le caratteristiche etniche che contraddistinguono i vari gruppi umani [30]. Però quei valori e quelle caratteristiche non esauriscono il contenuto del bene comune. Il quale nei suoi aspetti essenziali e più profondi non può essere concepito in termini dottrinali e meno ancora determinato nei suoi contenuti storici che avendo riguardo all’uomo, essendo esso un oggetto essenzialmente correlativo alla natura umana [31].

34. In secondo luogo quello comune è un bene a cui hanno diritto di partecipare tutti i membri di una comunità politica, anche se in grado diverso a seconda dei loro compiti, meriti e condizioni. I poteri pubblici quindi sono tenuti a promuoverlo a vantaggio di tutti senza preferenza per alcuni cittadini o per alcuni gruppi di essi, come insegna il nostro predecessore Leone XIII. "Né in veruna guisa si deve far sì che la civile autorità serva all’interesse di uno o di pochi, essendo essa invece stabilita a vantaggio di tutti" [32]. Però ragioni di giustizia e di equità possono talvolta esigere che i poteri pubblici abbiano speciali riguardi per le membra più deboli del corpo sociale, trovandosi esse in condizioni di inferiorità nel far vedere i loro diritti e nel perseguire i loro legittimi interessi [33].

35. Ma qui dobbiamo richiamare l’attenzione sul fatto che il bene comune ha attinenza a tutto l’uomo: tanto ai bisogni del suo corpo che alle esigenze del suo spirito. Per cui i poteri pubblici si devono adoperare ad attuarlo nei modi e nei gradi che ad essi convengono; in maniera tale però da promuovere simultaneamente, nel riconoscimento e nel rispetto della gerarchia dei valori, tanto la prosperità materiale che i beni spirituali [34].

I principi sono indicati in perfetta armonia con quanto abbiamo esposto nella Mater et magistra: "il bene comune consiste nell’insieme di quelle condizioni sociali che consentono e favoriscono negli esseri umani lo sviluppo integrale della loro persona" [35].

Ma gli esseri umani, composti di corpo e di anima immortale, non esauriscono la loro esistenza né conseguono la loro perfetta felicità nell’ambito del tempo. Per cui il bene comune va attuato in modo non solo da non porre ostacoli, ma da servire altresì al raggiungimento del loro fine ultraterreno ed eterno [36].


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