giovedì 14 luglio 2011

Somalia: Importante parlarne

Anche oggi parliamo della grave crisi che sta colpendo la Somalia. Ce ne da ancora una volta l'occasione Radio Vaticana, l'unica o una delle poche, a quanto pare, di parlare di questo terribile dramma. Le testimonianze che pervengono da lì sono agghiaccianti, per questi motivi dobbiamo fare in modo che arrivino le grida d'aiuto della popolazione somala a più persone possibili perché si faccia qualcosa. Quando aprimmo questo Osservatorio, lo facemmo con l'intenzione di dar voce a quelle situazioni disperate molto spesso nascoste dai media principali (chissà perché... nota personale). Oggi è proprio quel momento di utilizzare il nostro Osservatorio per questo scopo: far giungere quel tipo di informazione catalogata come di Serie C. Chiaramente noi non la consideriamo tale, anzi consideriamo queste notizie più importanti del solito delitto pluri-annunciato per fare audience. Sono i media principali a quanto pare a fare certe catalogazioni con i fatti perché non si spiega per quali motivi notizie tragiche come queste non giungano sui nostri televisori per smuovere le coscienze. Il silenzio in questo caso è un demonio perché non si può lasciare che la gente viva sopita nell'illusione di una vita comoda e agiata, mentre persone, specie bambini, sono sbranati dalle belve nella foresta mentre con i loro genitori fuggono via per cercare cibo, acqua e cure. Perché i telegiornali non aprano un numero che consenta di fare donazioni per questa grave crisi somala? Il nostro Occidente è vergognoso perché mentre queste persone sono in contatto con la morte e hanno bisogno del nostro aiuto per poter sopravvivere, qui si spendono fior fior di quattrini per il calcio, per i quiz televisivi, per lo shopping e via dicendo. Lasciamo ora la parola all'articolo di Radio Vaticana che ringraziamo per quello che fa e auspichiamo che altre testate giornalistiche (la nostra non lo è, ma solo un blog di informazione n.d.r.) prendano l'esempio.

Di seguito l'articolo completo i cui testi e immagini sono appunto di proprietà di Radio Vaticana:



Emergenza Somalia. L'Onu: non abbandoniamo questo popolo ad un destino tragico


La Somalia torna in primo piano sulla scena internazionale per la grave crisi di siccità che colpisce l’intera regione del Corno d’Africa, dove oltre 10 milioni di persone necessitano di aiuti alimentari urgenti. In particolare la popolazione somala è costretta a spostarsi in cerca di cibo e acqua in un Paese da 20 anni senza un’autorità di governativa stabile, lacerato da lotte tribali e violenti scontri armati. Federico Piana ha chiesto a Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati se c’è mobilitazione per aiutare questo Paese:

R. – Guardi, io su questa mobilitazione ho qualche riserva. Mi pare di capire che la questione somala e dell’intero Corno d’Africa non interessi molto, tanto più che tranne qualche meritoria eccezione, come nel caso della Radio Vaticana, è uno dei temi di cui non si parla nei mezzi di informazione.

D. – ….sono assolutamente d’accordo!

R. – Lei capisce che questa è una delle crisi più drammatiche nel Pianeta, però questa crisi non emerge. Ritengo, dunque, che bisognerebbe avere un po’ più di senso di responsabilità da parte di tutti, perché i racconti sono tremendi e i colleghi parlano di testimonianze agghiaccianti. Intanto, le persone camminano per settimane prima di arrivare o in Kenya o in Etiopia, i Paesi confinanti, e raccontano di essere stati oggetto di violenze durante il tragitto, di essere stati derubati. I bambini sono stati attaccati da branchi di iene e sono stati sbranati. E’ una situazione tremenda! Allora, di tutto questo abbiamo il dovere di parlarne, anche perché se non se ne parla i governi stentano ad investire delle risorse e le risorse sono assolutamente indispensabili, anche per fornire l’assistenza nei Paesi limitrofi, nei campi profughi, dove si stanno riversando 1500/1700 persone al giorno. Questa è la media di uscita dalla Somalia, quindi un’emergenza incredibile, che è causata da diversi fattori: sicuramente la siccità che sta colpendo da due anni il Corno d’Africa...

D. – …ma anche la guerra in Somalia?

R. – Anche la guerra, perché la Somalia è in gran parte controllata da questa milizia di Al Shabab che terrorizza con la violenza la popolazione. Ci sono scontri con le forze governative e quindi questo genera rischi, molta paura da parte della popolazione, che cerca di mettersi in salvo scappando, e poi anche la difficoltà degli organismi internazionali di portare gli aiuti in questa situazione di insicurezza. Quindi, è imperativo: rilanciare il dialogo che possa portare perlomeno ad una tregua e riuscire a fornire gli aiuti necessari all’interno della Somalia, oltre ad avere le risorse da parte della comunità internazionale per fornire l’assistenza adeguata a chi arriva nei campi profughi. Il livello di mortalità, peraltro, sta aumentando. La malnutrizione acuta è al 50 per cento, specialmente quella dei bambini. Molte di queste persone muoiono durante la fuga o i bambini in particolare il giorno dopo che sono arrivati nei campi: nonostante le terapie infatti muoiono nelle 24 ore successive. Io rivolgo un appello accorato, quindi, affinché questa situazione non venga lasciata nel ‘dmenticatoio’.(ap)



La Beata Teresa di Calcutta diceva: "I veri poveri non fanno rumore". Madre Teresa certamente intendeva dire che i veri poveri sono umili e non fanno chiasso, ma credo ci sia un altro significato in questa breve frase. Spesso si parla dei piccoli problemi di media-povertà, anche se oggi sembra non si parli più nemmeno di quello. Mentre di tutte quelle persone che vivono la reale e tragica povertà non se ne sente parlare. Anche per questi motivi è il caso di dire che i veri poveri non fanno rumore perché non si permette loro di parlare. Parlare di fame non conviene alla televisione produttrice e promotrice di scandali. Non fa audience e quindi guadagni perché la maggior parte del pubblico influenzato e abituato dalla stessa TV a malcostumi, si annoia se non ci sono argomenti all'infuori del seducente o del perditempo. Nella Lettera Enciclica, Caritas in Veritate, il Santo Padre Benedetto XVI esorta i media a diventare strumenti del bene comune. Invece i media di oggi, eccezion fatta per quei piccoli e coraggiosi mezzi di informazione, si tappano e fanno tappare le orecchie e non danno voce ai veri poveri che hanno veramente bisogno di gridare aiuto a tutti noi. Gli italiani sono poveri perché non riescono ad arrivare a fine mese: e quegli uomini di varie nazionalità costretti a percorrere chilometri per avere un po' di acqua, come i nostri fratelli somali, rischiando di morire lungo il tragitto? Questi non sono poveri?


I media principali di oggi sono tappa-bocche e noi dovremmo fare in modo che questo non accada. Dobbiamo permettere ai veri poveri di far giungere la loro voce fino a noi perché colpisca i cuori caritatevoli muovendoli all'azione e spezzi la crosta dell'egoismo dei cuori tiepidi. I veri poveri non fanno rumore, ma non fanno rumore anche per causa del silenzio dei media.

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