DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA PLENARIA
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA
Sala Clementina
Sabato, 5 aprile 2008
Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!
Sono lieto di incontrarvi al termine della XVIII Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha avuto per tema: "I nonni: la loro testimonianza e presenza nella famiglia". Vi ringrazio per aver accolto la mia proposta di Valencia, dove dissi: "Mai, per nessuna ragione, i nonni siano esclusi dall’ambito familiare. Essi sono un tesoro che non possiamo strappare alle nuove generazioni, soprattutto quando danno testimonianza di fede". Saluto in particolare il Cardinale Ricardo Vidal, Arcivescovo di Cebu, membro del Comitato di Presidenza, che si è fatto interprete dei sentimenti di tutti voi, e rivolgo un affettuoso pensiero al caro Cardinale Alfonso López Trujillo, che da 18 anni guida il Dicastero con passione e competenza. Sentiamo la sua mancanza in mezzo a noi. A lui il nostro augurio di pronta guarigione e la nostra preghiera.
Il tema che avete affrontato è a tutti molto familiare. Chi non ricorda i suoi nonni? Chi può dimenticare la loro presenza e la loro testimonianza nel focolare domestico? Quanti tra di noi ne portano il nome in segno di continuità e di riconoscenza! E’ consuetudine nelle famiglie, dopo la loro dipartita, ricordarne l’anniversario con la celebrazione della Messa in loro suffragio e, se possibile, con una visita al cimitero. Questi ed altri gesti di amore e di fede sono la manifestazione della nostra gratitudine nei loro confronti. Essi per noi si sono donati, si sono sacrificati, in certi casi si sono anche immolati.
La Chiesa ha sempre avuto nei riguardi dei nonni un’attenzione particolare, riconoscendo loro una grande ricchezza sotto il profilo umano e sociale, come pure sotto quello religioso e spirituale. I miei venerati Predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II – di quest’ultimo abbiamo appena celebrato il terzo anniversario della morte – sono intervenuti più volte sottolineando la considerazione che la comunità ecclesiale ha per gli anziani, per la loro dedizione e la loro spiritualità. In particolare, Giovanni Paolo II, durante il Giubileo dell’Anno 2000, convocò nel settembre in Piazza San Pietro il mondo della "terza età" e in quella circostanza ebbe a dire: "Nonostante le limitazioni sopraggiunte con l’età, conservo il gusto della vita. Ne ringrazio il Signore. E’ bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio". Sono parole contenute nel messaggio che circa un anno prima, nell’ottobre del 1999, egli aveva indirizzato agli anziani e che conserva intatta la sua attualità umana, sociale e culturale.
La vostra Assemblea Plenaria ha affrontato il tema della presenza dei nonni nella famiglia, nella Chiesa e nella società, con uno sguardo capace di comprendere il passato, il presente e il futuro. Analizziamo brevemente questi tre momenti. In passato i nonni avevano un ruolo importante nella vita e nella crescita della famiglia. Anche quando l’età avanzava, essi continuavano ad essere presenti con i loro figli, con i nipoti e magari i pronipoti, dando viva testimonianza di premura, di sacrificio e di un quotidiano donarsi senza riserve. Erano testimoni di una storia personale e comunitaria che continuava a vivere nei loro ricordi e nella loro saggezza. Oggi, l’evoluzione economica e sociale ha portato profonde trasformazioni nella vita delle famiglie. Gli anziani, tra cui molti nonni, si sono trovati in una sorta di "zona di parcheggio": alcuni si accorgono di essere un peso in famiglia e preferiscono vivere soli o in case di riposo, con tutte le conseguenze che queste scelte comportano.
Da più parti poi sembra purtroppo avanzare la "cultura della morte", che insidia anche la stagione della terza età. Con crescente insistenza si giunge persino a proporre l’eutanasia come soluzione per risolvere certe situazioni difficili. La vecchiaia, con i suoi problemi legati anche ai nuovi contesti familiari e sociali a causa dello sviluppo moderno, va valutata con attenzione e sempre alla luce della verità sull’uomo, sulla famiglia e sulla comunità. Occorre sempre reagire con forza a ciò che disumanizza la società. Le comunità parrocchiali e diocesane sono fortemente interpellate da queste problematiche e stanno cercando di venire incontro alle moderne esigenze degli anziani. Ci sono associazioni e movimenti ecclesiali che hanno abbracciato questa causa importante e urgente. Occorre unirsi per sconfiggere insieme ogni emarginazione, perché ad essere travolti dalla mentalità individualistica non sono solo loro – i nonni, le nonne, gli anziani – ma tutti. Se i nonni, come spesso e da più parti si dice, costituiscono una preziosa risorsa, occorre mettere in atto scelte coerenti che permettano di valorizzarla al meglio.
Ritornino i nonni ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società. Per quanto riguarda la famiglia, i nonni continuino ad essere testimoni di unità, di valori fondati sulla fedeltà ad un unico amore che genera la fede e la gioia di vivere. I cosiddetti nuovi modelli di famiglia ed il relativismo dilagante hanno indebolito questi valori fondamentali del nucleo familiare. I mali della nostra società – come giustamente avete osservato nel corso dei vostri lavori – hanno bisogno di urgenti rimedi. Di fronte alla crisi della famiglia non si potrebbe forse proprio ripartire dalla presenza e dalla testimonianza di coloro – i nonni – che hanno una maggiore robustezza di valori e di progetti? Non si può, infatti, progettare il futuro senza rifarsi ad un passato carico di esperienze significative e di punti di riferimento spirituale e morale. Pensando ai nonni, alla loro testimonianza di amore e di fedeltà alla vita, vengono in mente le figure bibliche di Abramo e Sara, di Elisabetta e Zaccaria, di Gioacchino e Anna, come pure gli anziani Simeone e Anna, o anche Nicodemo: tutti costoro ci ricordano come in ogni età il Signore chiede a ciascuno l’apporto dei propri talenti.
Rivolgiamo ora lo sguardo verso il VI Incontro Mondiale delle Famiglie, che si celebrerà in Messico nel gennaio del 2009. Saluto e ringrazio il Cardinale Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo di México, qui presente, per quanto ha già realizzato in questi mesi di preparazione insieme con i suoi collaboratori. Tutte le famiglie cristiane del mondo guardano a questa nazione "sempre fedele" alla Chiesa, che aprirà le porte a tutte le famiglie del mondo. Invito le comunità ecclesiali, specialmente i gruppi familiari, i movimenti e le associazioni di famiglie, a preparasi spiritualmente a questo evento di grazia. Venerati e cari Fratelli, vi ringrazio di nuovo per la vostra visita e per il lavoro svolto in questi giorni; vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e di cuore imparto a voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.
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