sabato 26 marzo 2011

Il Papa: la Chiesa sostiene ogni sforzo per garantire un lavoro sicuro e dignitoso

Papa Benedetto questa mattina ha ricevuto in Aula Paolo VI i lavoratori della città di Terni cogliendo questa occasione per parlare del lavoro e della crisi presente nella nostra società. Vi invitiamo a leggere le parole del Santo Padre attraverso l'articolo di Radio Vaticana poiché mostra come il Papa è vicino assieme alle nostre sofferenze. Inoltre ci parla del lavoro non come una fredda macchina di guadagno, ma come parte del mistero della redenzione.


Il Papa ai lavoratori di Terni: la Chiesa sostiene ogni sforzo per garantire un lavoro sicuro e dignitoso


Un appassionato discorso sulla prospettiva cristiana del lavoro: è quello pronunciato stamani da Benedetto XVI in un’Aula Paolo VI gremita, che ha accolto gli 8 mila partecipanti al Pellegrinaggio della diocesi di Terni-Narni-Amelia, nel 30.mo anniversario della visita di Giovanni Paolo II alle Acciaierie della città. Il Papa ha affrontato il tema della disoccupazione, della precarietà giovanile e, ancora, della piaga degli infortuni sul lavoro. Quindi, ha ribadito che la Domenica deve rimanere il giorno dedicato al Signore e non al consumo. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dal vescovo di Terni, Vincenzo Paglia. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La Chiesa “sostiene, conforta, incoraggia ogni sforzo diretto a garantire a tutti un lavoro sicuro, dignitoso e stabile”: è quanto ribadito da Benedetto XVI che, parlando ai lavoratori della diocesi di Terni, ha innanzitutto rammentato come anche lui, nel giorno della sua elezione, si presentò come “un umile lavoratore nella vigna del Signore”. Quindi, ricordando l’amore mostrato da Giovanni Paolo II per Terni e il mondo del lavoro, si è soffermato sulla crisi dell’assetto industriale, che sta mettendo a dura prova la comunità ternana:


“E’ importante tenere sempre presente che il lavoro è uno degli elementi fondamentali sia della persona umana, che della società. Le difficili o precarie condizioni del lavoro rendono difficili e precarie le condizioni della società stessa, le condizioni di un vivere ordinato secondo le esigenze del bene comune”.


Il Papa ha espresso la sua vicinanza alle famiglie che vivono con ansia e preoccupazione questo momento di crisi alle prese con disoccupazione e precarietà. Né ha mancato di riferirsi al grave problema della sicurezza sul lavoro:


“So che più volte avete dovuto affrontare anche questa tragica realtà. Occorre mettere in campo ogni sforzo perché la catena delle morti e degli incidenti venga spezzata. E che dire poi della precarietà del lavoro, soprattutto quando riguarda il mondo giovanile? E’ un aspetto che non manca di creare angoscia in tante famiglie!”


Ha così auspicato che “nella logica della gratuità e della solidarietà” si possa superare la crisi economica ed “assicurare un lavoro” rispettoso della persona. Il lavoro, ha soggiunto, “aiuta ad essere più vicini a Dio e agli altri”. Gesù stesso, ha rammentato il Papa, “è stato un lavoratore, anzi ha passato buona parte della sua vita terrena a Nazaret nella bottega di Giuseppe”. Già questo, è stata la riflessione del Papa, “ci parla della dignità” del lavoro umano, “che viene inserito nel mistero stesso della redenzione”:


“Spesso, invece, viene visto solo come strumento di guadagno, se non addirittura, in varie situazioni nel mondo, come mezzo di sfruttamento e quindi di offesa alla stessa dignità della persona. Vorrei accennare pure al problema del lavoro nella Domenica. Purtroppo nelle nostre società il ritmo del consumo rischia di rubarci anche il senso della festa e della Domenica come giorno del Signore e della comunità”. 


Il Papa ha, quindi, rivolto il pensiero all’Eucaristia, fulcro dell’azione pastorale della diocesi ternana. Ha così invitato i fedeli a vivere in maniera eucaristica, come un “unico Corpo, un’unica famiglia”. L’Eucaristia, ha ribadito, è “forza per edificare una società più giusta e più degna dell’uomo”:


“Dall’Eucaristia, infatti, in cui Cristo si rende presente nel suo atto supremo di amore per tutti noi, impariamo ad abitare da cristiani la società, per renderla più accogliente, più solidale, più attenta ai bisogni di tutti, particolarmente dei più deboli, più ricca di amore”.
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