sabato 5 marzo 2011

La Chiesa nel mondo contemporaneo - XII parte

Continuiamo il nostro cammino di lettura della Costituzione Pastorale "Gaudiem et spes" di Papa Paolo VI. Continuiamo il secondo capitolo del documento dove Paolo VI si sofferma sulla dimensione comunitaria dell'uomo nel progetto di Dio: in particolare, vediamo come conseguenza di quest'asserto, il dovere di promozione del bene comune e di mostrare rispetto per la persona umana intesa come il nostro prossimo. L'occhio cade inevitabilmente sullo sviluppo dei tempi e la preoccupazione costante di Paolo VI è che tal sviluppo possa incidere negativamente sugli aspetti umani come la dignità e il rispetto della persona. Tali timori hanno trovato conferma negli anni avvenire dove il rapido sviluppo tecnologico ha progressivamente e profondamente inciso su molte realtà umane, depotenziando l'attenzione verso gli aspetti più importanti della condizione umana quali la dignità e il rispetto dei valori. Inoltre, la forbice tra ricchi e poveri si è fatta sempre più netta e purtroppo oggi ci sono molti ricchi che si dimenticano dei Lazzaro che hanno bisogno dei beni di prima necessità come il cibo o l'acqua potabile. Per non parlare del degrado che ha sofferto la stessa dignità della persona sempre più considerata come mero oggetto per la soddisfazione di interessi prettamente commerciali (basti pensare al trattamento del corpo femminile ad opera dei mass media).
Per quanto concerne il rispetto della persona umana, ci sono purtroppo ancora molte cose vergognose che non sono state rimosse, ma addirittura legalizzate: parliamo dell'aborto, delle pratiche d'eutanasia, della prostituzione (soprattutto la politica italiana sembra aver trasformato in normale la presenza di escort):

CAPITOLO II

LA COMUNITÀ DEGLI UOMINI

26. Promuovere il bene comune.

Dall'interdipendenza sempre più stretta e piano piano estesa al mondo intero deriva che il bene comune - cioè l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente - oggi vieppiù diventa universale, investendo diritti e doveri che riguardano l'intero genere umano.

Pertanto ogni gruppo deve tener conto dei bisogni e delle legittime aspirazioni degli altri gruppi, anzi del bene comune dell'intera famiglia umana (47). Contemporaneamente cresce la coscienza dell'eminente dignità della persona umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e inviolabili. Occorre perciò che sia reso accessibile all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana, come il vitto, il vestito, l'abitazione, il diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all'educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso.

L'ordine sociale pertanto e il suo progresso debbono sempre lasciar prevalere il bene delle persone, poiché l'ordine delle cose deve essere subordinato all'ordine delle persone e non l'inverso, secondo quanto suggerisce il Signore stesso quando dice che il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato (48). Quell'ordine è da sviluppare sempre più, deve avere per base la verità, realizzarsi nella giustizia, essere vivificato dall'amore, deve trovare un equilibrio sempre più umano nella libertà (49).

Per raggiungere tale scopo bisogna lavorare al rinnovamento della mentalità e intraprendere profondi mutamenti della società. Lo Spirito di Dio, che con mirabile provvidenza dirige il corso dei tempi e rinnova la faccia della terra, è presente a questa evoluzione.

Il fermento evangelico suscitò e suscita nel cuore dell'uomo questa irrefrenabile esigenza di dignità.

27. Rispetto della persona umana.

Scendendo a conseguenze pratiche di maggiore urgenza, il Concilio inculca il rispetto verso l'uomo: ciascuno consideri il prossimo, nessuno eccettuato, come un altro « se stesso », tenendo conto della sua esistenza e dei mezzi necessari per viverla degnamente (50), per non imitare quel ricco che non ebbe nessuna cura del povero Lazzaro (51). Soprattutto oggi urge l'obbligo che diventiamo prossimi di ogni uomo e rendiamo servizio con i fatti a colui che ci passa accanto: vecchio abbandonato da tutti, o lavoratore straniero ingiustamente disprezzato, o esiliato, o fanciullo nato da un'unione illegittima, che patisce immeritatamente per un peccato da lui non commesso, o affamato che richiama la nostra coscienza, rievocando la voce del Signore: « Quanto avete fatto ad uno di questi minimi miei fratelli, l'avete fatto a me» (Mt25,40). Inoltre tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche; tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili: tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose. Mentre guastano la civiltà umana, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l'onore del Creatore.



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