Eccoci ad un nuovo punto della settimana: molta la carne al fuoco tra l'approvazione del federalismo municipale alla riforma della giustizia che sembra ormai in dirittura d'arrivo, dalla bozza di riforma del pluralismo alle esternazioni del premier sulla scuola.
Tra tutti questi argomenti, puntiamo l'attenzione sull'aspetto riformatore del nostro governo: per quanto riguarda il federalismo municipale, pur condividendo il disegno di fondo che serve a dar maggior risalto alle autonomie locali in attuazione dell'articolo 5 della Costituzione, non possiamo non accettare questo risultato se non con riserva poiché il dubbio grosso riguarda l'aspetto economico-tributario con la probabilità di aumento della tassazione locale.
Per quanto riguarda il pluralismo televisivo, permettetemi un sorriso molto largo perchè chi ha proposto tale cosa sicuramente voleva scherzare perchè pensare alla conduzioni di programmi d'approfondimento politico a targhe alterne (cioè con conduttori alternativamente di destra e di sinistra) è davvero ridicolo. A proposito della televisione, ci sarebbe molto da riformare, ma non sul pluralismo considerando che il panorama mediatico è già gravemente sbilanciato in favore di Silvio Berlusconi e se ci dovrebbe essere una riforma in tal senso, dovrebbe essere nel senso di ridurre il potere mediatico del premier. Al contrario, la televisione ha bisogno di un altro tipo di riforma che riguarda l'aspetto contenutistico: in questa settimana abbiamo visto cose aberranti, in barba alla fascia protetta. Basti pensare che, questa mattina, su Raiuno, il tema del programma in onda è stato eros in televisione. Ora, qualcuno si è forse dimenticato che cosa vuol dire fascia protetta? Cosa ispira il nostro comune senso della moralità? E' possibile che una televisione pubblica parli di eros la domenica mattina? Dunque, qual è il reale problema del servizio pubblico radio-televisivo, il pluralismo (inteso come dominio della maggioranza sulla minoranza!) o il contenuto? Lascio a voi l'ardua sentenza!
Altro argomento riformatore riguarda la giustizia. Eh sì, nessuno può negare che la giustizia ha bisogno di un vero processo riformatore: ma quale deve essere la ratio ispiratrice di questo processo di rinnovamento? Sicuramente non quello di punire una categoria intera solo perchè indaga su politici che commettono eventuali reati. E' chiaro che la magistratura non può mai aspettare di esser certa del reato per indagare perchè altrimenti l'indagine sarebbe un surplus. Ormai sappiamo come ogni disegno di legge proveniente dai vari governi Berlusconi sia ispirato da una logica punitiva che vuole favorire l'immunità vera e propria del premier. Ed infatti, basta dare un'occhiata al disegno di legge per rendersi conto di questo: per esempio, come si può pensare che l'assoluzione in primo grado possa avere l'effetto di giudicato? Se sono stati inseriti i tre gradi di giudizio, è stato proprio per evitare, o meglio, per ridurre sia gli errori giudiziari e sia gli errori di diritto. Pensare che solo in caso di assoluzione si debba precludere il ricorso in Appello è abbastanza aberrante e chiaramente ispirato da una logica di favor rei spinta al massimo.
Per fortuna è sparito quel piccolo codicillo che riduceva la prescrizione per gli over 65 perchè altrimenti saremmo davvero caduti nel ridicolo. Dunque, qual è il vero problema della giustizia? Io direi che si dovrebbe innanzitutto pensare alla dotazione organica: mancano gli uomini e mancano i mezzi per portare avanti un lavoro celere. In secondo luogo, si dovrebbero snellire le procedure, far largo uso delle nuove tecnologie informatiche, depenalizzare varie figure di reato che destano minor preoccupazione sociale, semplificare il processo civile tenendo conto che molti investitori stranieri non investono più in Italia a causa della durata delle controversie civili (in tal senso ricorrere all'utilizzo di commissioni di conciliazione e arbitrato potrebbe venire incontro alle esigenze di celerità). Ecco, ci sarebbe molto da fare, ma si fa sempre dalla parte sbagliata perchè il problema avvertito dal governo è l'ingerenza della magistratura nel sacro ambito della politica che si sente al di sopra della legge perchè da essa perseguitata (chissà perchè all'estero non esistono questi problemi e gli imputati oltre a dimettersi dai loro incarichi, si affrettano ad andare dinanzi ai giudici...).
Ancora una volta ci troviamo a registrare un impegno politico che si dimentica della società reale: chi pensa all'economia? Chi pensa alla disoccupazione giovanile sempre più dilagante? Chi pensa al problema del reinserimento dei cassintegrati? Chi pensa all'inflazione sempre più alta con il prezzo della benzina alle stelle? Chi pensa alle guerre e ribellioni intorno a noi? Ecco, ci chiediamo allora quale sia la vera priorità di questi tempi e ci chiediamo se i politici vivono in Italia o su un altro pianeta...
Capire la Santa Messa - Ultimo Appuntamento
10 anni fa
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