martedì 29 marzo 2011

La questione operaia - Rerum Novarum - Conclusione

Torniamo ad immedesimarci nella questione operaia, attraverso la lettura dell'Enciclica Rerum Rovarum, di Papa Leone XIII. Oggi concludiamo l'analisi di quest'Enciclica che ci ha offerto moltissimi spunti di riflessione in una materia così ardua come quella del lavoro subordinato. Oggi leggiamo l'appello finale di Leone XIII il quale è stato in parte accolto dai nostro Padri Costituenti, ma poi letteralmente inaccolto dai governi che si sono susseguiti, soprattutto dall'ultima parte del Novecento fino ai giorni nostri. Importante è anche il richiamo alla carità definite come regina delle virtù sociali: infatti, solo attraverso un vero spirito caritatevole si può giungere a risolvere un problema così spinoso come quello del lavoro subordinato: al giorno d'oggi tal richiamo va effettuato ai governi, ai dirigenti aziendali, agli imprenditori e a tutti coloro che hanno la possibilità di incidere sul futuro degli operai e dei lavoratori subordinati in generale; c'è bisogno di riscoprire quel senso di solidarietà sorto nel secondo dopoguerra e poi lentamente accantonato per far spazio ad esigenze lucrative e affaristiche. Se vogliamo sconfiggere il precariato e la continua sottrazione di diritti dei lavoratori, c'è bisogno di una grande spinta riformista che coinvolga tutti i settori della società e che tale spinta sia animata da un forte senso di carità e solidarietà, capace di far mettere da parte gli aspetti prettamente lucrativi, pur di venir incontro alle esigenze delle classi subalterne:

CONCLUSIONE 

La carità, regina delle virtù sociali

45. Ecco, venerabili fratelli, da chi e in che modo si debba concorrere alla soluzione di sì arduo problema. Ciascuno faccia la parte che gli spetta e non indugi, perché il ritardo potrebbe rendere più difficile la cura di un male già tanto grave. I governi vi si adoperino con buone leggi e saggi provvedimenti; i capitalisti e padroni abbiano sempre presenti i loro doveri; i proletari, che vi sono direttamente interessati, facciano, nei limiti del giusto, quanto possono; e poiché, come abbiamo detto da principio, il vero e radicale rimedio non può venire che dalla religione, si persuadano tutti quanti della necessità di tornare alla vita cristiana, senza la quale gli stessi argomenti stimati più efficaci, si dimostreranno scarsi al bisogno. Quanto alla Chiesa, essa non lascerà mancare mai e in nessun modo l'opera sua, la quale tornerà tanto più efficace quanto più sarà libera, e di questo devono persuadersi specialmente coloro che hanno il dovere di provvedere al bene dei popoli. Vi pongano tutta la forza dell'animo e la generosità dello zelo i ministri del santuario; e guidati dall'autorità e dall'esempio vostro, venerabili fratelli, non si stanchino di inculcare a tutte le classi della società le massime del Vangelo; impegnino le loro energie a salvezza dei popoli, e soprattutto alimentino in sé e accendano negli altri, nei grandi e nei piccoli, la carità, signora e regina di tutte le virtù. La salvezza desiderata dev'essere principalmente frutto di una effusione di carità; intendiamo dire quella carità cristiana che compendia in sé tutto il Vangelo e che, pronta sempre a sacrificarsi per il prossimo, è il più sicuro antidoto contro l'orgoglio e l'egoismo del secolo. Già san Paolo ne tratteggiò i lineamenti con quelle parole: La carità è longanime, è benigna; non cerca il suo tornaconto: tutto soffre, tutto sostiene (40). Auspice dei celesti favori e pegno della nostra benevolenza, a ciascuno di voi, venerabili fratelli, al vostro clero e al vostro popolo, con grande affetto nel Signore impartiamo l'apostolica benedizione.

Dato a Roma presso san Pietro, il giorno 15 maggio 1891, anno decimoquarto del nostro pontificato.

LEONE PP. XIII


Digg Google Bookmarks reddit Mixx StumbleUpon Technorati Yahoo! Buzz DesignFloat Delicious BlinkList Furl

0 commenti: on "La questione operaia - Rerum Novarum - Conclusione"

Posta un commento