lunedì 14 marzo 2011

"Punizione divina"? Noi intanto preghiamo...

Il governatore di Tokyo, come si legge su qualche media, ha sconvolto l'opinione pubblica con le sue dichiarazioni sul forte sisma che ha sconvolto l'intero Giappone e il mondo intero per la sua distruttività che tutt'ora continua a seminare panico per le conseguenze riportate su alcune delle centrali nucleari come in quella di Fukushima, dichiarando che quanto accaduto è frutto di una "punizione divina" per lavare l'egoismo dei giapponesi. Ecco le sue esatte parole:


"L'identità del popolo nipponico  è caratterizzata dall'egoismo. Sarà bene fare buon uso di questo tsunami per lavarlo via, e sono convinto che il cataclisma sia stato una punizione dal cielo".

Sono parole forti, forse con un fondo di verità, ma occorre essere prudenti prima di intervenire con certe dichiarazioni che potrebbero contribuire ad allontanare l'uomo da Dio il quale ama i Suoi figli. Ascoltiamo invece le parole del Papa e prendiamo esempio dal suo comportamento sempre giusto in linea con la Volontà del Signore. Infatti Benedetto XVI ha da subito dimostrato la sua solidarietà, senza mai parlare di punizione divina. L'uomo certamente deve fare un grande "mea culpa" davanti al Signore, soprattutto in tragedie come queste nelle quali può trovare sicuramente il conforto del Signore. Certo, Dio nella storia dell'umanità ha punito più volte il Suo popolo come per Israele, o il mondo intero nell'antichità con il diluvio universale, ma ricordiamoci che il Signore è infinitamente buono e misericordioso e in questi casi ci chiama ad avere compassione e a scendere in campo per quanto ci è possibile per aiutare i fratelli in difficoltà.


Noi non sappiamo se il Signore ha voluto scuotere dal torpore i giapponesi, o semplicemente si sia trattato di un normale fenomeno naturale. Quel che sappiamo per certo è che il Signore ama ciascuno di noi e ci ha comandato di amarci gli uni gli altri qual segno di infinito amore verso i Suoi figli. Non dobbiamo assolutamente prendercela con il Signore perché sarebbe uno sfogo sterile, infruttuoso e non aiuterebbe certamente a nulla, ma con cuore di figli accostiamoci alla Sua Divina Misericordia per chiedere il Suo soccorso per la popolazione giapponese e per questi nostri cari fratelli che stanno vivendo un momento difficile. L'atteggiamento dell'uomo, in particolare del cristiano deve essere caratterizzato dalla carità e dalla compassione e cioè del "soffrire con", assieme ai fratelli nel dolore.


Come disse San Pio da Pietrelcina: se da una parte percuote - il Signore - per provarci e purgarci, dall'altra parte non mancherà di confortarci. Forse il governatore di Tokyo ha ragione, ma noi da questo dramma impariamo ad essere solidali, prendendo coscienza che se si trattasse di punizione divina, non dovremmo assumere l'atteggiamento di chi inveisce contro Dio perché sarebbe sbagliato e infruttuoso come già detto, ma dobbiamo pregare il Signore di avere misericordia di questi Suoi figli e nostri fratelli.




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