domenica 5 giugno 2011

Il punto della settimana - Il dopo voto e il referendum "della vita o della morte"

Eccoci per fare il punto della settimana: una settimana veramente ricca che ha portato la luce di un cambiamento trasversale da Nord a Sud. Infatti, i risultati delle ultime consultazione elettorali amministrative ha emesso il verdetto: il berlusconismo non appare più la soluzione perfetta ai problemi del Paese. Significativo è stato vedere il crollo del PDL a Napoli, a Milano, a Gallarate e persino ad Arcore, dove abita il Cavaliere. La gente ha votato per protesta contro l'abbandono di un governo che ha pensato di vivere di rendita, senza interessarsi ai problemi reali e concreti di una società civile sempre più logorata dalla crisi economica. Invece di monopolizzare il Parlamento con il caso Ruby, il Governo avrebbe dovuto procedere alla riforma del Fisco (la pressione fiscale è una tenaglia che stringe sempre più le famiglie e le imprese medio-piccole), alla riforma del lavoro (non si può pensare di basare il sistema sulla precarietà e sul lavoro volante), alla riforma sociale (il welfare va migliorato e potenziato soprattutto nei sistemi di assistenza sanitaria). I cittadini volevano queste cose e non volevano sentirsi dire che tutto va bene e che il governo pensa a loro mentre si occupa di tutt'altro, calunniando quotidianamente i giudici e l'intero ordinamento giudiziario.
Ecco che la punizione prevedibile è giunta e ora speriamo che questo serva da lezione ai governanti: per ora abbiamo visto la prima reazione (nomina di Angelino Alfano a segretario del PDL) e francamente se fosse l'unica, ci sarebbe bisogno di mettersi le proverbiali mani tra i capelli.
Per quanto riguarda l'altra parte della medaglia e cioè i vincitori della "sinistra", vogliamo sperare che sappiano trarre insegnamento da quanto accaduto perchè ora hanno uno grossa responsabilità: devono governare in maniera credibile per dimostrare che vi è il cambiamento e che quindi non è solo un cambio nominativo, ma anche e soprattutto qualitativo. Soprattutto Napoli è un interessante banco di prova: se il neo-sindaco Luigi De Magistris riuscirà a governare quella città in maniera adeguata, allora finalmente le parole saranno seguite da fatti concreti. Per ora non possiamo esprimerci e quindi diamo tempo al tempo!

Ma non è tutto: oggi vogliamo parlare del prossimo referendum che si terrà Domenica 12 e Lunedì 13 Giugno. Adriano Celentano ha definito questo referendum una questione di vita o di morte: non mi sento di dire che si tratta di un'esagerazione. Premessa: i quattro quesiti referendari concernono due la privatizzazione dell'acqua, uno il ritorno al nucleare e l'ultimo il legittimo impedimento. Quello che preoccupa maggiormente l'artista è ovviamente il ritorno al nucleare: ed ecco perchè condivido la tonalità della sua affermazione. Per ora, in poco più di venti anni abbiamo assistito a due tragedie: la prima a Chernobyl e la seconda, ancora in corso, a Fukushima. La prima cosa che ci viene da dire è che si tratta quindi di una forma di energia instabile, assolutamente non sicura al 100 %. Molti dicono che oggi è sicura, ma davvero vogliamo sfidare la natura? In Giappone si è sfidato la natura e la natura ha dimostrato di essere una forza imprevedibile quanto devastante; vogliamo davvero consegnare ai nostri figli un Paese non sicuro, ricco di scorie radioattive che si estinguono dopo centinaia di migliaia di anni e con un reattore che non si spegnerà mai più (una volta acceso non si può spegnere, come dimostra Chernobyl dove è ancora in funzione con il rischio di contaminamento delle falde acquifere)? Altri ancora dicono che pagheremmo meno in bolletta con il nucleare: alzi la mano chi tra la salute e il denario sceglierebbe il denaro. Io personalmente sarei disposto a pagare il triplo piuttosto di ritrovarmi una centrale alle spalle di casa mia, con il terrore di poter assistere ad un incidente mortale e radioattivo. Già vedere quattromila bambini vittima del cancro tiroidale è un deterrente molto forte...
Dunque il nucleare è un'energia facile, ma insicura e se anche l'indice di insicurezza fosse dello 0.001%, quel piccolo numero non potrebbe farci dormire sonni tranquilli. Ecco perchè dobbiamo andare a votare e votare SI per abrogare ogni riferimento al ritorno del nucleare in Italia. Nei prossimi giorni continueremo l'approfondimento dei temi referendari, essendo pronti anche a sospendere la nostra consueta programmazione pur di dar spazio alle voci di questo importante appuntamento storico. Per ora, dopo aver visto il tema nucleare, possiamo dirvi questo, come ribadito qui a sinistra:

Il 12-13 Giugno si votano quattro quesiti referendari: andiamo a votare e votiamo SI per abrogare il nucleare, la privatizzazione dell'acqua e la discriminazione del legittimo impedimento

 

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