Continuiamo la nostra strada verso il Referendum del prossimo 12-13 Giugno in cui si deciderà la sorte dell'Italia in materia nucleare, idrica e processuale. Proprio dell'aspetto processuale ci occupiamo oggi: il riferimento è al famoso legittimo impedimento di cui abbiamo parlato mesi or sono, all'indomani della sentenza della Corte Costituzionale. Il legittimo impedimento è un provvedimento di natura personale, fatto su misura del Presidente del Consiglio dei Ministri il quale ha così potuto evitare di presentarsi in Tribunale sino a poco tempo fa. Per capire le ragioni del SI al quesito referendario che chiede se si vuole abrogare o meno la legge relativa al legittimo impedimento, leggiamo l'intervento del SIreferendum2011 (attenzione, questo non è un modo per schierarci politicamente, ma è un modo per evidenziare la natura discriminatoria e settoriale di un provvedimento legislativo):
Una vittoria dell’Italia dei Valori, una vittoria per tutti i cittadini che si riappropriano del potere decisionale su una questione fondamentale per la democrazia: la giustizia. Il referendum sul legittimo impedimento si farà e gli italiani potranno decidere se mantenere una norma ingiusta e parziale oppure restituire il vero significato al principio costituzionale “la legge è uguale per tutti”.
“La Corte di Cassazione ha ammesso il nostro referendum sul legittimo impedimento”, ha annunciato Antonio Di Pietro, spiegando che “questa mattina la Suprema Corte ha accolto l'istanza con cui abbiamo chiesto di riformulare il testo del quesito referendario, alla luce della sentenza della Consulta che lo aveva dichiarato parzialmente incostituzionale". Il leader dell’Italia dei Valori ha espresso grande soddisfazione” perché “siamo riusciti a dare la parola ai cittadini: saranno loro a bocciare la vergognosa norma che va contro il principio di ‘tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge’”.Agli elettori sarà proposto il seguente quesito (n.6): "Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l'articolo 2 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante 'disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza'?".
Lo scorso 12 gennaio, la Corte Costituzionale aveva ammesso il referendum dell’Italia dei Valori per l’abrogazione della norma sul legittimo impedimento, confezionata ad hoc per mettere al riparo il premier Berlusconi dalla ripresa dei tre processi a suo carico (Mills, Mediaset e Mediatrade). Il quesito per abolire la legge n.51 del 7 aprile del 2010 aveva ottenuto il miglior risultato rispetto a tutti gli altri referendum proposti (acqua e nucleare), firmato da 800mila persone.
Il giorno dopo, però, la Consulta, chiamata per la terza volta a pronunciarsi sull’argomento, aveva dichiarato illegittime molte delle norme contenute nella legge, ma aveva dato ai giudici la discrezionalità, di volta in volta, di decidere l’esistenza o meno delle condizioni per invocare il legittimo impedimento. Di fatto, aveva lasciato una speranza a Berlusconi di inventare le scuse più assurde pur di sottrarsi alla magistratura.
Ora, però, ammettendo il nostro referendum, la Suprema Corte ha riposto nelle mani dei cittadini l’onere di porre fine a questa gestione personalistica dello Stato e della giustizia. La prossima primavera, votando SI all’abrogazione dell’ennesima legge ad personam del nostro premier, ogni cittadino potrà contribuire a spianare la strada di Berlusconi verso il tribunale che dovrà giudicarlo.
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10 anni fa
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