martedì 15 febbraio 2011

Adozione a single: passo indietro o passo avanti?

 Ieri la Cassazione ha esortato il mondo politico dopo una sentenza per il caso di una bimba russa adottata a Genova: tempi maturi anche per i single.I tempi sono ormai maturi affinché il Parlamento italiano apra alle adozioni di minori da parte dei single, anche se con le dovute cautele. Nulla in contrario è infatti previsto dalla 'Convenzione di Strasburgo sui fanciulli del 1967' che contiene le linee guida in materia di adozione. L'esortazione arriva dalla Cassazione che - nella sentenza 3572 depositata ieri - sottolinea che "il legislatore nazionale ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell'ambito di ammissibilità dell'adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti dell'adozione legittimante". (Ansa.it)

Dunque, ieri, vi è stata una sentenza della Suprema Corte di Cassazione che sembra aver aperto alla possibilità di adozione a favore di uomini single. E' una sentenza che suona come un fulmine a ciel sereno, anche se ormai ci sembra che l'Europa si stia dirigendo sempre più verso l'apertura ad adozioni non tradizionali come quella a genitori single. Il Vaticano ha ovviamente manifestato contrarietà a questa possibilità giuridica perchè ovviamente così verrebbe meno il diritto del bambino ad avere due genitori di sesso diverso e cioè il bambino ha diritto ad una madre ed ad un padre. Consentire l'adozione al genitore single significa, innanzitutto, privare il bambino di questo diritto fondamentale ed in secondo luogo si potrebbero creare i presupposti per l'adozione a coppie omosessuali non ufficialmente dichiarate. 
Vediamo allora la reazione del Vaticano attraverso le parole del cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia il quale ha risposto ad un'intervista di Radio Vaticana:

R. – Vorrei ricordare che, in epoche passate, c’era stata una visione patrimonialista dell’adozione: adottare era dare un erede a chi aveva un patrimonio e non aveva figli. Quindi, a essere in primo piano era l’interesse dell’adulto. Poi, la riforma che oggi è in vigore in Italia, la riforma dell’adozione, ha rovesciato il punto di vista e oggi adozione significa dare una famiglia al bambino che non ce l’ha. Quindi, è in primo piano il bene del minore: è prioritario il diritto del bambino ad avere un padre e una madre. Appare evidente che questa riforma è stata una conquista di civiltà e al momento fu condivisa da tutti, da persone provenienti da varie culture. Ora, si ha l’impressione che si voglia in qualche modo tornare indietro, cioè si voglia costruire la famiglia monoparentale, con bambini con un solo genitore che sono sempre parzialmente orfani. E l’essere orfani è una condizione di debolezza, che storicamente è sempre stata considerata così. Una cosa è se uno perde un genitore e un’altra è, in partenza, voler costruire una condizione di famiglia incompleta. Quindi, si rischia di tornare indietro, di dare la priorità ai desideri dell’adulto di avere un bambino, piuttosto che dare la priorità al bene e quindi al diritto dei bambini di avere un padre e una madre.

D. – Questa ipotesi dell’adozione ammessa per i single sarebbe dunque una sorta “di deriva sociale”, che non tiene conto del bene supremo del bambino ad avere un padre e una madre...

R. – Sì, bisogna fare il possibile perché i bambini abbiano un padre e una madre. Hanno il diritto ad averli: è il loro bene.

D. – Quali sono i criteri per la Chiesa che rendono l’adozione un vero atto d’amore?

R. – In primo piano, volere il bene oggettivo. I diritti sono dei beni oggettivi, prima che essere dei desideri. A volte, anzi, i beni oggettivi contrastano persino con certi desideri. Quindi, io credo che qui si debba tener conto dell’esperienza storica. Tutti intuiscono, in fondo, che per un bambino è bene avere un padre e una madre.

D. – Questa possibile ipotesi di un’adozione ammessa per i single sarebbe un ulteriore scardinamento di quello che è l'istituto familiare...

R. – C’è questo rischio ed evidentemente c’è il rischio di non parlare più di famiglia tipica, di famiglia autentica, ma di parlare di famiglia al plurale. Quindi, una varietà di forme di convivenza messe tutte sullo stesso piano. Questa, ovviamente, è una deriva molto, molto pericolosa: sotto l’apparenza di misericordia, di carità verso i bambini si può arrivare invece a creare un danno sociale, e in definitiva un danno per i bambini stessi. Per i giovani maggiorenni c’è ancora la possibilità di un’adozione tradizionale: una persona che vuol lasciare il proprio patrimonio lo può sempre fare, mentre per i bambini del terzo mondo c’è la possibilità di dare aiuti economici e di sostenere concretamente famiglie che sono pronte ad accoglierli. Bisogna usare, quindi, altri strumenti, senza mettere a repentaglio l’istituzione della famiglia. (ap) (Radio Vaticana)

Parole condivisibili che puntano l'attenzione sulle principali conseguenze derivanti dall'adozione a single. Possiamo dunque affermare che questa nuova prospettiva rappresenti un passo indietro sul terreno della famiglia.
Auspichiamo, di conseguenza, che quest'invito della Cassazione resti lettera morta e che le istituzioni facciano il possibile per agevolare le adozioni alle coppie sposate magari anche incentivando economicamente come auspicato dal Cardinal Antonelli.

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