lunedì 21 febbraio 2011

Un nuovo cammino - La Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica - XIII

Continua il percorso di studio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica: un valore importantissimo e valido per tutti gli uomini di buona volontà, il che lo rende molto trasversale e utile alla causa generale. Continuiamo a scoprire qual è il ruolo, o meglio, la missione della Chiesa: nell'appuntamento odierno lo facciamo in relazione ai rapporti sociali che intercorrono tra tutti gli uomini. Ci sono molte importanti considerazioni che partono dal presupposto che Gesù ha inciso profondamente sui tali rapporti umani, stravolgendoli in maniera molto profonda. Già il fatto stesso che non vi sono più distinzioni, ma che siamo riconosciuti tutti come figli di Dio rinati in Cristo Gesù è una profonda innovazione, sicuramente una conquista molto importante sul piano dell'eguaglianza sostanziale. Riflettiamo: Gesù ci ha resi uguali, ma allora perchè noi continuiamo a distinguerci? L'uomo ancora non comprende quel bellissimo, meraviglioso principio dell'uguaglianza degli uomini: non nascondiamo che è proprio questo che consideriamo essere il presupposto su cui fondare ogni comunità umana, sia essa statale o semplicemente privata comunione; difatti, tal principio è espressione di un amore vicendevole che elimina differenze, egoismi, superbie e voglie di primeggiare. 

IV. DISEGNO DI DIO E MISSIONE DELLA CHIESA 

b) Chiesa, Regno di Dio e rinnovamento dei rapporti sociali

52 Dio, in Cristo, non redime soltanto la singola persona, ma anche le relazioni sociali tra gli uomini. Come insegna l'apostolo Paolo, la vita in Cristo fa emergere in modo pieno e nuovo l'identità e la socialità della persona umana, con le loro concrete conseguenze sul piano storico: « Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù » (Gal 3,26-28). In questa prospettiva, le comunità ecclesiali, convocate dal messaggio di Gesù Cristo e radunate nello Spirito Santo attorno a Lui risorto (cfr. Mt 18,20; 28,19-20; Lc 24,46-49), si propongono come luoghi di comunione, di testimonianza e di missione e come fermento di redenzione e di trasformazione dei rapporti sociali. La predicazione del Vangelo di Gesù induce i discepoli ad anticipare il futuro rinnovando i rapporti reciproci.

53 La trasformazione dei rapporti sociali rispondente alle esigenze del Regno di Dio non è stabilita nelle sue determinazioni concrete una volta per tutte. Si tratta, piuttosto, di un compito affidato alla comunità cristiana, che lo deve elaborare e realizzare attraverso la riflessione e la prassi ispirate dal Vangelo. È lo stesso Spirito del Signore, che conduce il popolo di Dio e insieme riempie l'universo,63 a ispirare, di tempo in tempo, soluzioni nuove e attuali alla responsabile creatività degli uomini,64 alla comunità dei cristiani inserita nel mondo e nella storia e perciò aperta al dialogo con tutte le persone di buona volontà, nella comune ricerca dei germi di verità e di libertà disseminati nel vasto campo dell'umanità.65 La dinamica di tale rinnovamento va ancorata ai principi immutabili della legge naturale, impressa da Dio Creatore in ogni Sua creatura (cfr. Rm 2,14-15) e illuminata escatologicamente tramite Gesù Cristo.

54 Gesù Cristo ci rivela che « Dio è amore » (1 Gv 4,8) e ci insegna che « la legge fondamentale della perfezione umana, e quindi della trasformazione del mondo, è il nuovo comandamento della carità. In questo modo assicura coloro che credono all'amore divino che la strada della carità è aperta a tutti gli uomini e che lo sforzo per realizzare la fraternità universale non è vano ».66 Tale legge è chiamata a diventare misura e regola ultima di tutte le dinamiche in cui si esplicano le relazioni umane. In sintesi, è lo stesso mistero di Dio, l'Amore trinitario, che fonda il significato e il valore della persona, della socialità e dell'agire umano nel mondo, in quanto è stato rivelato e partecipato all'umanità per mezzo di Gesù Cristo, nel Suo Spirito.

55 La trasformazione del mondo si presenta come un'istanza fondamentale anche del nostro tempo. A questa esigenza la dottrina sociale della Chiesa intende offrire le risposte che i segni dei tempi invocano, indicando innanzi tutto nell'amore reciproco tra gli uomini, sotto lo sguardo di Dio, lo strumento più potente di cambiamento, a livello personale e sociale. L'amore vicendevole, infatti, nella partecipazione all'amore infinito di Dio, è l'autentico fine, storico e trascendente, dell'umanità. Pertanto, « il progresso terreno, benché debba essere accuratamente distinto dallo sviluppo del Regno di Cristo, è di grande importanza per il Regno di Dio, in quanto può contribuire a meglio ordinare la società umana ».


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