sabato 5 febbraio 2011

Ancora attacchi persecutori

Ancora brutte notizie giungono da Paesi lontani: oggi tal notizia giunge dall'Etiopia ed è ancora una volta frutto del mancato rispetto della libertà di religione. Abbiamo parlato più volte di questo problema che affligge i nostri fratelli cristiani e abbiamo visto la mancata risposta da parte delle istituzioni europee proprio nel momento in cui ci aspettavamo un forte passo in avanti. Oggi abbiamo la risposta a quanto dicevamo: mentre in Europa si discute su cosa sia giusto o sbagliato, se proteggere i cristiani o se proteggere in generale, i cristiani continuano ad essere perseguitati:

Addis Abeba – I fondamentalisti islamici di una città del sud dell’Etiopia, Besheno, a maggioranza islamica, stanno conducendo una serie di attacchi contro i cristiani della zona per obbligarli a convertirsi o ad andarsene. Besheno è una città in cui secondo l’ultimo censimento (2007) il 93.84% degli abitanti è musulmano, e i cristiani sono il 5.82% della popolazione. Tre leader della comunità cristiana sono stati obbligati a lasciare la città, e due cristiani sono stati obbligati a convertirsi all’islam. Tutti fanno parte del piccolo gruppo di cristiani evangelici – una trentina – che abita a Besheno. Nei giorni scorsi sulle porte di alcuni cristiani sono stati affissi dei cartelli, in cui li si minacciava di morte, se non si convertivano all’islam o lasciavano la città. Un predicatore evangelico, Kassa Awano, è ancora ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato attaccato il 29 novembre 2010 da un gruppo di islamici.
Qualche giorno più tardi un centinaio di musulmani hanno circondato l’auto di alcuni leader cristiani che si stavano recando a un incontro di pacificazione con esponenti musulmani, e due cristiani, Tesema Hirego e Niggusie Denano, sono rimasti feriti. Il 2 gennaio un altro cristiano, Temesgen Peteros, è stato aggredito con un coltello dopo che aveva testimoniato in tribunale sull’attacco subito dai suoi correligionari.

Le autorità islamiche che governano la città si rifiutano di proteggere i cristiani, e in particolare rifiutano di costruzione di un centro di preghiera, e di un cimitero. “Chiediamo che il nostro diritto alla libertà di religione sia rispettato. Non possiamo vivere nella nostra città a causa di questo comportamento disumano” ha detto uno dei leader obbligati a lasciare la città. (FONTE AsiaNews/Agenzie)


Quella che abbiamo letta è una delle pratiche più antiche perpetrate dai radicali islamici: la storia è piena di conversioni forzate e di persecuzioni mirate. E questo però ci fa comprendere come quegli islamici siano solo dei terroristi: la fede, infatti, non può essere imposta. Dio ha concesso il libero arbitrio per un motivo: ha dato l'uomo la possibilità di scegliere perchè voleva che l'uomo liberamente Lo trovasse e sempre liberamente Lo amasse. Imporre la fede è un controsenso ed è contrario al disegno divino. 
Inoltre, in una società moderna che si definisce civile, non può non esistere la regola base di una pacifica convivenza e cioè la libertà di religione. La storia è piena di guerre e la maggior parte di esse è frutto del mancato rispetto di questa libertà: perciò riconoscere libertà di religione significa porre fine ai conflitti infiniti e significa isolare i radicali e gli estremisti. Per questo auspichiamo che le istituzioni intervengano per dare finalmente attuazione ad un principio di convivenza così basilare, ma a quanto pare ancora così ostico da attuare.  
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1 commenti: on "Ancora attacchi persecutori"

Mikhael ha detto...

La persecuzione c'è anche in casa... e io purtroppo ne so qualcosa..

Preghiamo per questi fratelli...

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