venerdì 10 dicembre 2010

Essere cristiani (discriminati) in Europa

Tempo fa vi mostrammo come episodi di discriminazione religiosa a danno dei cristiani, siano presenti anche in Europa. Oggi abbiamo una conferma di questo timore diffuso:  "l'Osservatorio sulla intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa" ha infatti presentato a Vienna, un rapporto sulle discriminazioni e le intolleranze. E il risultato di questo rapporto non è molto confortante poiché vi sono elencati numerosi episodi di discriminazione, a volte anche indiretta:

I cristiani sono vittime di discriminazione e intolleranza anche in Europa. La lista dei fatti è lunga: limitazioni nella libertà di coscienza e di espressione, diffamazione e insulto anche a mezzo stampa, rimozione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici fino ad arrivare a veri e propri atti di vandalismo e di violenza. A fare il punto sulla situazione è l'"Osservatorio sulla intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa" che ha presentato a Vienna un Rapporto in cui registra nell'arco di 5 anni "Fatti e Personaggi relativi al recente e crescente fenomeno di intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Europa". Il Rapporto è stato illustrato in occasione del "Meeting on Freedom of Religion" promosso nei giorni 9 e 10 dicembre a Vienna dall'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce).

Il documento. Il documento - di 40 pagine - passa in rassegna dettagliata fatti e situazioni registrati nei diversi Paesi europei: Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Svezia fino ad raggiungere la Turchia, la Grecia, l'Albania. "La libertà religiosa - spiega il direttore dell'Osservatorio, Gudrun Kugler - è in pericolo soprattutto per quanto riguarda la sua dimensione pubblica e istituzionale". "Abbiamo anche ricevuto molte segnalazioni sulla rimozione dei simboli cristiani, sulla rappresentazione travisata, stereotipata e negativa dei cristiani nei media, e sui disagi sociali di cui sono vittime i cristiani, come l'essere ridicolizzati o svantaggiati nei luoghi di lavoro. Lavoriamo per una maggiore consapevolezza di un problema crescente in Europa, come primo passo di un rimedio. Il nostro obiettivo sono diritti uguali per tutti, compresi i cristiani". Il documento si conclude con una serie di raccomandazioni. "Chiediamo - si legge nel documento - ai governi dei Paesi europei di garantire la libertà di religione e credo, la libertà di espressione e il diritto alla obiezione di coscienza". Ai governi si chiede anche di "condannare" i casi di intolleranza e discriminazioni contro i cristiani e di assicurare "il diritto dei cristiani a partecipare pienamente alla vita pubblica del Paese". L'appello si rivolge anche all'Unione europea e alle istituzioni internazionali sui diritti umani perché incoraggino i governi a "monitorare attentamente sulla situazione dei cristiani".

Libertà di coscienza e di espressione. "La libertà di coscienza - si legge nel Rapporto - consente al credente di vivere secondo la sua fede. Limitare o negare ad un individuo il diritto alla libertà di coscienza, anche sulla base di altri diritti, viola il diritto nel suo significato e l'autonomia personale". "La libertà di espressione - prosegue il documento - è uno dei diritti fondamentali di una società democratica. Include il diritto di fare pubblicamente dichiarazioni anche quando queste sono impopolari". Nei due capitoli, viene ricordato il tentativo portato avanti in ottobre da una parlamentare britannica di convincere l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa di adottare una serie di limitazioni alla obiezione di coscienza in caso di aborto. E viene citato anche il caso del primate della Chiesa cattolica belga, mons. Leonard, accusato in novembre di omofobia per aver espresso una posizione controversa relativa alla malattia dell'Aids. Si segnalano poi casi di mancato rispetto verso i luoghi pubblici religiosi come il caso della provocazione di attivisti gay di fronte alla cattedrale di Notre-Dame, nel mese di febbraio scorso e l'irruzione in Olanda di un gruppo sempre di attivisti gay durante un servizio liturgico cattolico, per protestare contro il rifiuto di dare la Comunione a persone dichiaratamente omosessuali. Cristiani discriminati anche sui luoghi di lavoro. In Spagna, nel 2008, un giudice è stato sospeso perché non ha accolto la richiesta di adozione di una bambina da parte del partner dichiaratamente lesbica. In Europa infine si registra anche la difficoltà dei genitori di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni religiose. E' il caso soprattutto dei corsi di educazione sessuale previsti nei sistemi scolastici di Austria, Germania e Regno Unito.

La responsabilità dei media. Sotto i riflettori dell'Osservatorio, ci sono anche i mezzi di comunicazione soprattutto quando favoriscono il diffondersi di stereotipi negativi nei riguardi dei cristiani. E' un processo che "standardizza e semplifica concetti negativi riguardo a gruppi di appartenenza sulla base di assunzioni preordinate". Nel Rapporto si citano l'adattamento cinematografico del libro di Dan Brown "Angeli e Demoni" e la popolare soap britannica "Coronation Street" che va in onda sulla Bbc che presenta il cristianesimo come fatto "ridicolo e assurdo". Un capitolo a parte è riservato alle "diffamazioni e agli insulti" su individui e sulle istituzioni cristiane attraverso la Tv, slogan e poster esibiti anche durante le manifestazioni e le attività politiche. Tutto ciò - si legge nel Rapporto - non è offensivo solo nei confronti dei cristiani, ma crea un'atmosfera sociale di ostilità" che non fa bene a nessuno. Il documento ricorda quando in un incontro sugli abusi sessuali sui minori nel Parlamento Europeo (maggio 2010), si è detto che la Chiesa cattolica stava proteggendo questi atti criminali e che il suo comportamento era "comparabile a quello della mafia siciliana". In Ungheria, durante un talk show di grande successo (andato in onda in gennaio), si è affermato che "la vita di un bambino può essere distrutta da due cose: il cristianesimo e la pornografia". Sotto accusa sono anche le opere d'arte che non rispettano l'identità e le convinzioni religiose. Tra i casi denunciati, il Rapporto menziona il programma televisivo italiano "Annozero" (aprile 2009) durante il quale si sono mostrate delle vignette satiriche rappresentanti la Croce.

I simboli religiosi. Un capitolo a parte è riservato alla repressione e rimozione dei simboli religiosi. "Indossare o esporre simboli religiosi - si legge nel Rapporto - è un elemento costitutivo della fede". Viene ovviamente citata la sentenza della Corte Europea dei diritti umani relativa alla rimozione del crocifisso dalle scuole pubbliche italiane e vengono segnalati casi simili in Germania e in Inghilterra. In Grecia addirittura un sacerdote ortodosso è stata denunciato per aver suonato le campane della sua Chiesa "troppo forte e troppo spesso".

Atti di vandalismo e violenze. Il Rapporto esplora infine gli atti di dissacrazione e vandalismo contro le Chiese e i luoghi religiosi. Fenomeno particolarmente sentito in Francia, tanto da essere denunciato anche dal quotidiano "Le Figaro". Nel dicembre 2009, in Albania, è stato violato un cimitero cattolico con atti di dissacrazione delle tombe e la demolizioni delle croci. Nel 2008, in Belgio, è stata incendiata una parrocchia greco-melkita. Ma la violenza colpisce purtroppo anche direttamente i cristiani. I casi si riferiscono soprattutto alla Turchia, con il tragico assassinio del vescovo Luigi Padovese.

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