giovedì 16 dicembre 2010

La piaga della mafia - L'esempio di Don Pino Puglisi

 "Dio ha detto: non uccidere! L'uomo, qualsiasi agglomerazione umana o la mafia,
non può calpestare questo diritto santissimo di Dio.
Nel nome di questo Cristo crocifisso e risorto, di questo
Cristo che è vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili:
convertitevi! Per amore di Dio. Mafiosi convertitevi.
Un giorno verrà il giudizio di Dio e dovrete rendere conto delle vostre malefatte".

(Giovanni Paolo II, Agrigento 9 maggio 1993)

Continuiamo il nostro percorso tematico sulla mafia attraverso la testimonianza di una vittima: Don Pino Puglisi. Don Pino è stato un coraggioso servitore di Dio perchè non ha avuto paura di affrontare la morte nel tentare di recuperare i giovani destinati a seguire le orme dei genitori, all'interno di organizzazioni criminali. Don Pino si è prodigato molto per questi giovani e questo ha costituito un problema per la mafia che vuole far credere loro che non esiste una scelta se non quella di "curare" gli affari di famiglia. Ma Don Pino, invece, aveva mostrato una via che non conduceva alla morte né al dolore né alla sofferenza, ma aveva mostrato una via che conduceva a Cristo, all'amore, alla speranza. Dobbiamo sperare che quest'esempio fulgido di servizio a Dio e di lotta alla mafia, abbia sempre un seguito perchè uomini simili non muoiono mai se noi li manteniamo in vita attraverso le loro idee e i loro ideali. E' così per Giovanni Falcone, è così per Paolo Borsellino ed è così per Pino Puglisi che non solo ora vive nelle braccia del Signore nel Suo Regno, ma continua a vivere in mezzo a noi con quelle idee di pace, di coraggio, di speranza che un giorno la mafia avrebbe smesso di porre le sue radici: perchè se si aiutano i giovani, allora la mafia perde il futuro e non ha la possibilità di riprodursi. Ma vediamo nel dettaglio chi è stato Don Pino Puglisi su cui ci soffermeremo anche nelle prossime settimane, attraverso una scheda biografica del sito giovani e missioni:


Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.

Entra nel seminario diocesano di Palermo nel 1953 e viene ordinato sacerdote dal Cardinale Ernesto Ruffini il 2 luglio 1960. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.

Nel 1967 è nominato) cappellano presso l’Istituto per orfani di lavoratori «Roosevelt» e vicario presso la parrocchia Maria SS.ma Assunta Valdesi.

Sin da questi primi anni segue con attenzione i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città.

Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo - segnato da una sanguinosa faida - dove rimane fino al 31 luglio 1978 riuscendo a riconciliare le famiglie con la forza del perdono.

In questi anni segue anche le battaglie sociali di un’altra zona della periferia orientale della città, lo «Scaricatore». Il 9 agosto 1978 è nominato pro-rettore del Seminano minore di Palermo e il 24 novembre dell’anno seguente direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Nel 1983 diventa responsabile del Centro Regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale.

Agli studenti e ai giovani del Centro Diocesano Vocazioni ha dedicato con passione lunghi anni realizzando, attraverso una serie di “campi scuola”, un percorso formativo esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano. Don Giuseppe Puglisi è stato docente di matematica e poi di religione presso varie scuole. Ha insegnato al liceo classico Vittorio Emanuele II a Palermo dal 78 al 93. Dal 23 aprile 1989 sino alla morte svolse il suo ministero sacerdotale presso la Casa Madonna dell’accoglienza dell’Opera Pia Card. E. Ruffini in favore di giovani donne e ragazze in difficoltà. Nel 1992 assume l’incarico di direttore spirituale nel Seminario Arcivescovile di Palermo. A Palermo e in Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui Presenza del Vangelo, Azione Cattolica, Fuci, Equipe Notre Dame.

Il 29 settembre 1990 è nominato parroco della Parrocchia S. Gaetano di Brancaccio. L’annunzio di Gesù Cristo desiderava incarnarlo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana.
La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede.

Questa sua attività pastorale come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie ha costituito un movente dell’omicidio, i cui esecutori e mandanti sono stati arrestati e condannati.
Nel ricordo del suo impegno, scuole, centri sociali, strutture sportive, strade e piazze a lui sono state intitolate a Palermo e in tutta la Sicilia.
A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo.

Il 15 settembre 1999 il Cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio di don Giuseppe Puglisi, presbitero della Chiesa Palermitana.

La sua vita e la sua morte sono state testimonianze della sua fedeltà all’unico Signore e hanno disvelato la malvagità e l’assoluta incompatibilità della mafia con il messaggio evangelico.
Don Pino Puglisi, martire della mafia

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