Ed eccoci a fare il punto della situazione dopo una settimana abbastanza complicata e ricca di tensioni. Cerchiamo di analizzare la situazione in maniera giusta e senza lasciarci prendere dalla smania, anche se non facile. Ci troviamo dinanzi ad un voto di fiducia davvero fondamentale perchè può segnare il passo nella storia repubblicana: può essere la fine del berlusconismo o può essere la fine anticipata del famoso terzo polo. Ma in tutto questo, dove sono i problemi del Paese?
Ricapitoliamo le situazioni di più sentita emergenza: crisi economica e stagnazione della produzione, con un'annessa crisi industriale che sta facendo tremare molti lavoratori di aziende che pensano seriamente di migrare verso terre migliori (fiscalmente parlando); problema dei rifiuti che si sta espandendo non solo nella zone napoletana e della provincia campana, ma anche in Sicilia dove vi è una nuova emergenza; problema relativo al dissesto idrogeologico nemmeno preso in considerazione da questo governo con le evidenti conseguenze di un Paese che sta finendo letteralmente a mare!; problema disoccupazione sempre più spinoso con i contratti precari che stanno precarizzando la situazione non solo lavorativa, ma anche socio-familiare di moltissimi lavoratori, specie di giovane età; università in fermento a causa di tagli netti che stanno procurando proteste ormai ovunque ad oltranza; e l'elenco potrebbe continuare a dismisura.
Ora, nell'analisi politica di oggi possiamo dire solo una cosa oggettiva: il fallimento dell'attuale governo è sotto gli occhi di tutti perchè in sedici anni (più o meno interrotti) si è pensato in maggior parte ai problemi giudiziari di colui che avrebbe dovuto guidare il Paese, piuttosto che alle diverse emergenze sociali, politiche ed economiche. Dar la fiducia a questo governo significherebbe vivacchiare qualche giorno in più, magari ripresentando il Lodo Alfano o leggi analoghe nei primissimi giorni di gennaio, in concomitanza con la pronuncia della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento. Allora qual è l'alternativa possibile? Io penso che sarebbe ora di provare a dar fiducia ad un nuovo governo capace di recuperare il senso profondo della politica e capace di unirsi per raggiungere determinati obiettivi ritenuti fondamentali, in risposta ai problemi urgenti sopra-elencati: per una volta, si potrebbe non pensare al premier e ai giudici e pensare invece al bene del Paese, il che sarebbe già un notevole passo in avanti.
Successivamente a questa fase di transizione vi è il nulla poiché l'attuale panorama politico è molto frammentario e soprattutto molto condizionato da varie posizioni estremiste e radicali capaci di portare all'ordine del giorno provvedimenti di cui non ne sentiamo il bisogno. Spero sempre di rivedere uno spirito cristiano risorgere nella classe dirigente in modo che si possa tornare a perseguire il bene comune, affrontando i problemi seri e chiudendo la porta ad istanze immorali e radicali, come le unioni omosessuali o la droga liberalizzata. Pensiamo al lavoro, all'economia, al sociale, al volontariato e alle famiglie: queste sono le priorità che tutti noi vogliamo veder affrontate con tenacia e con spirito di collaborazione politica e speriamo sempre che ciò possa accadere realmente.
Non ci resta che attendere il prossimo 14 Dicembre con la speranza e l'auspicio che si possa tornare a far politica sul serio, lasciandoci alle spalle un'era di disgregamento morale e di dissipazione dell'energia collettiva, con l'occhio puntato al cittadino in difficoltà piuttosto che al proprio conto in banca.
Capire la Santa Messa - Ultimo Appuntamento
10 anni fa
0 commenti: on "Punto della settimana"
Posta un commento