domenica 27 febbraio 2011

La fame in Corea del Nord

Ci sarà sempre un ricco Epulone e un povero Lazzaro. Purtroppo la parabola del Vangelo è una parabola di vita concreta e reale che vede uomini che mangiano oltre misura, gettando il cibo superfluo nell'immondizia, e uomini che non hanno da che sfamarsi. Questa disparità è resa ancor più insostenibile quando a causarla è il pessimo modo di governare da parte dei governanti. Questo è quanto sta accadendo nella Corea del Nord: un Paese che ha pensato a potenziare gli apparati militari e che ha lasciato il popolo senza nulla di cui sfamarsi. Questo è ciò che sta trapelando in questi giorni, grazie alle denunce di diverse organizzazioni: AsiaNews.it ha recepito queste denunce e ha reso noto ciò che sta accadendo nel paese nord-coreano:

Seoul (AsiaNews) – La juche, l’ideologia dell’auto-sufficienza lanciata negli anni ’50 dal dittatore Kim Il-sung, sta per distruggere del tutto la Corea del Nord: la popolazione è talmente affamata che mangia grasso crudo, quando riesce a trovarlo, oppure muore di fame. Ora il rischio è quello di una sollevazione popolare che si potrebbe concludere con un esodo di massa verso il Sud.

L’allarme è stato lanciato da cinque Organizzazioni non governative americane appena rientrate da Pyongyang. Invitati dal governo, i dirigenti delle Ong - Christian Friends of Korea, Global Resource Services, Mercy Corps, Samaritan’s Purse e World Vision - hanno redatto un rapporto terribile: fra il 50 e l’80 % delle coltivazioni interne sono state distrutte dal gelo che ha colpito il Paese negli scorsi mesi, e gli ospedali sono pieni di casi di malnutrizione.

La questione è complessa: l’invio di aiuti umanitari alla Corea del Nord da parte dei due maggiori donatori (Stati Uniti e Corea del Sud) è stato interrotto dopo le provocazioni militari ordinate da Pyongyang negli ultimi due mesi. L’affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan, in cui sono morti 46 marinai, e il bombardamento di un’isoletta sotto il controllo di Seoul hanno fatto infuriare il governo conservatore sudcoreano. Il presidente Lee Myung-bak ha dichiarato che “non ci saranno più aiuti fino alle scuse ufficiali del regime”

Da parte loro, gli Stati Uniti hanno deciso di fermare il flusso perché temono che gli aiuti possano arrivare non alla popolazione, ma all’esercito e alla dirigenza politica del Paese. Il “Caro Leader” Kim Jong-il ha sempre proibito ogni ispezione internazionale, e pretende che gli aiuti vengano scaricati sul confine nelle mani dei militari. Tutto questo si combina poi con una pianificazione economica disastrosa e con una riforma valutaria che ha spezzato gli ultimi barlumi di auto-sufficienza del Paese.

Una fonte coreana spiega ad AsiaNews: “Tutto questo è vero. La gente non ha più di che mangiare, e ho visto di persona dei bambini mangiare la terra. Il rischio è che, senza un aiuto del mondo, la popolazione si possa sollevare in massa andando incontro a un massacro per mano dell’esercito. Oppure potrebbero cercare di sfondare il confine con il Sud per poi scappare; ma Seoul non è in grado di reggere un flusso simile, e potrebbe decidere di rimandarli indietro”.

Ci sarà un giorno in cui l'uomo penserà davvero ai suoi simili come fratelli piuttosto che come nemici? Ci sarà un giorno in cui tutti avranno di che sfamarsi? Non ci resta che pregare e sperare che queste situazioni intollerabili finiscano, cominciando da noi stessi: basta sprechi, basta cibi gettati nella spazzatura. Sembra poco, ma è già molto...
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1 commenti: on "La fame in Corea del Nord"

Mikhael ha detto...

Come già detto nei giorni scorsi, i regimi devono cessare di esistere. Mi chiedo come possa ancora la comunità internazionale tollerare la presenza di bestiali governanti. Si parla di disarmo nucleare e questa è una cosa buona e giusta, ma quando si inizierà a discutere su divieti che ostacolino le dittature e chi le favorisce? Quando l'intero mondo potrà finalmente dirsi democratico?

Questi regimi capitanati da uomini senza scrupoli sono il vero cancro di questo mondo. La gente deve avere il coraggio di ribellarsi come è già successo in Tunisia, in Egitto e ora in Libia. E' facile parlare, certo, ma ci sono uomini che hanno dimostrato di credere veramente in un mondo libero da tiranni. Quello che sta succedendo non ha precedenti, o almeno per quanto sappia. Finiscano una volta per tutte le mentalità chiuse al popolo e aperte ai propri interessi. Finiscano gli egoismi basati sui sacrifici del prossimo. Finiscano le esaltazioni personali dei tiranni i quali pretendono di essere adorati dal popolo, offendendo Dio e ingannando quanti sono sotto il loro potere. Quei falsi indottrinamenti inculcati negli animi dei deboli e tramandati di padre in figlio, sono la rovina della democrazia e la causa prima del disorientamento del popolo. I genitori smettano di seguire uomini come loro, gonfiati solo dalla divisa e dal possesso di armi. Smettano di avere paura, comincino a parlare ai loro figli della libertà che non vuol dire star sottomessi al regime. Forse in quelle terre si vive nella convinzione che per essere liberi occorre obbedire a quelle teste di legno, ma in verità si è liberi soltanto quando si osserva la Parola di Dio la quale quando osservata produce libertà poiché libera da ogni legame malvagio e da qualsiasi altro vincolo di schiavitù.

Quegli uomini pur di dominare riempiono la testa del popolo di inutili promesse prima e minacce poi. Si sono visti già i pensieri dei cuori svelati: non appena un popolo insorge contro il suo tiranno, quest'ultimo ordina l'uccisione di quanti si ribellano. Dove ci sono situazioni simili a capo di quella nazione vi è un uomo malvagio.

Preghiamo Gesù perché cessino una volta per tutte le mentalità dittatoriali a favore dell'apertura del cuore e della mente all'unico vero Dio e ai bisogni dei fratelli.

Dio Padre ascolti le nostre preghiere per mezzo di Gesù Cristo Suo dilettissimo Figlio e nostro Signore. Così sia.

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