domenica 2 gennaio 2011

Il cardinale Bagnasco: la Chiesa italiana impegnata al fianco della gente

Leggiamo oggi un'intervista al Cardinal Bagnasco, di Radio Vaticana, importante ai nostri fini di studio e approfondimento nel rapporto cristiano-politica. Trattasi di un importante intervento che si sofferma, specificandoli, su temi quali la questione morale e la discesa in politica di una nuova generazione di cattolici:


R. – La Chiesa vive accanto alla gente, quindi conosce direttamente le vicende delle persone, delle famiglie in tutte le situazioni della vita. Questa è una grande grazia che abbiamo, nel nome del Signore, e anche una grande responsabilità. Ecco perché noi pastori non possiamo tacere le istanze della gente, del popolo e dobbiamo dar loro voce. C'è pertanto una grande preoccupazione: la disoccupazione, il costo della vita per le famiglie … la Chiesa da un lato cerca di rispondere nell’immediato attraverso tutta quella rete fittissima di carità, di intervento, di solidarietà evangelica operati da parrocchie, associazioni, gruppi in virtù dell’8 per mille, di cui una grande parte – come è noto – fluisce proprio in questa direzione. Dall’altro lato, auspica e ricorda continuamente ai responsabili a tutti i livelli di fare sempre più “rete”, di dialogare proprio per costruire risposte sempre più efficaci e risolutive per questo momento che sembra essere non soltanto una congiuntura economica, anche per indurre un cambiamento strutturale di mentalità e di stili.

D. – Secondo voi vescovi, c’è una questione morale, oggi, nella politica italiana, in chi gestisce il bene comune?

R. – La questione morale è una questione innanzitutto culturale e in quanto tale tocca sempre, continuamente, l’uomo e tutte le espressioni dell’umano, della vita, della società, della vita personale e della vita sociale, collettiva a tutti i livelli. Quindi, esiste sempre una questione morale: non è mai spenta, non è mai fuori moda. Non dobbiamo mai “addormentarci” su questo versante: nessuno. Ma sempre tenere viva la categoria della moralità, che non è “moralismo”, come qualcuno dice, ma è una dimensione strutturale della persona. Il “bene” e il “male” vuol dire costruire l’uomo e la società, oppure distruggere l’uomo e la società.

D. – Un’ultima questione riguarda l’impegno in politica dei cattolici: più volte il Papa, più volte lei, i vescovi, avete sollecitato un nuovo impegno in politica proprio espressione del mondo cattolico. Quale strada, dunque, si può ipotizzare per un rinnovamento della politica italiana?

R. – Innanzitutto, il nostro appello di vescovi ad una nuova generazione di politici cattolici, come spesso è stato detto, non è un atto di disistima o di ingratitudine, tantomeno, verso tutti i cattolici che già ora – e da tempo – sono impegnati in politica; ma certamente, viviamo nella storia e quindi bisogna pensare anche al futuro, come è logico: in qualunque società, in qualunque famiglia, in qualunque gruppo. Per questo, vogliamo proprio insistere e incoraggiare i giovani che si sentono portati per questa forma di servizio alla collettività, che è la politica – “questa grande forma di carità”, diceva Paolo VI – preparandosi però facendo un discernimento su se stessi, sulle proprie capacità e attitudini intellettuali, morali e via discorrendo, e preparandosi. “Prepararsi” vuol dire attraverso una vita cristiana radicata, profonda, attraverso una conoscenza il più possibile completa della dottrina sociale cattolica, attraverso una conoscenza più puntuale e un addestramento circa la “polis”, con tutte le sue articolazioni: dalle più immediate, vicine, quelle territoriali, amministrative, a quelle più ampie e complesse che sono quelle della politica nazionale. Questo a livello di esortazione, di incoraggiamento e di preparazione seria. Per quanto riguarda l’impegno diretto, noi vescovi non entriamo necessariamente nel merito delle dinamiche delle articolazioni o degli ingressi, ma noi affidiamo questo aspetto più problematico all’onestà, al discernimento, alla serietà dell’attuale politica per poter arricchire al più presto il mondo politico e quindi il servizio al bene nazionale di nuove intelligenze, di nuovi soggetti, di nuove preparazioni. Questo aspetto è un aspetto più tecnico. (gf)
FONTE


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