mercoledì 5 gennaio 2011

"Le bombe alle chiese rafforzano la nostra fede"

Leggiamo oggi una coraggiosa intervista ad un sacerdote che si trova in Nigeria, terra dove vi è attualmente una grave tensione religiosa. E' una coraggiosa testimonianza di fede che non si lascia intimidire dalla minaccia degli attacchi e che rivendica con forza il proprio credo in Cristo Gesù:

Gli attacchi contro le chiese in Nigeria hanno rafforzato la nostra fede. Nonostante la violenza di questi giorni, la convivenza tra cristiani e musulmani nel nostro Paese è possibile. E lo documenta una serie di fatti che fanno meno rumore delle bombe, ma che sono più decisivi”. Lo sottolinea l’arcivescovo di Lagos, il cardinale Anthony Olubunmi Okogie, intervistato da . A pochi giorni dalle bombe contro le chiese di Jos, che la vigilia di Natale hanno falciato 86 vite, e dal nuovo attacco di ieri contro un luogo di culto dei cristiani pentecostali a Maiduguri - riferisce l’agenzia Asca - l’arcivescovo di Lagos spiega perché gli attentati non sono stati in grado di distruggere il tessuto sociale del suo Paese. “I cristiani nigeriani non hanno paura di nessuno - avverte il porporato -. Lo dimostra per esempio il fatto che anche domenica scorsa si sono recati alla messa come ogni settimana, e che continuano a cercare di difendere la pace tra tutte le religioni. A Lagos in particolare le relazioni tra musulmani e cristiani sono attualmente pacifiche. Non mancano matrimoni tra persone di diverse fedi. E continuiamo a pregare insieme, a mescolarci e a ritrovarci anche in occasione di eventi sportivi. E nessuno ha paura”. Secondo il cardinale Okogie, “Gli attacchi hanno reso la Chiesa in Nigeria più forte. Rendendo i cristiani più sicuri di sè e più pronti a difendere la loro fede. Anche perché le ingiustizie subite a Jos hanno rafforzato la nostra convinzione di essere nel giusto. Questo non toglie che alcune comunità cristiane nigeriane stiano attraversando un momento molto difficile”. Quanto alla politica, Okogie sottolinea che “il compito dei politici cristiani non è quello di difendere i cristiani, ma di impegnarsi per portare la pace nell’intero Paese. Tutelando anche musulmani e animisti, e non solo cattolici e protestanti. E’ quello che stanno cercando di fare personalità come il presidente Jonathan. Stanno combattendo per la pace”. “Il punto di partenza - sottolinea l’arcivescovo di Lagos - deve essere quello di smettere di sparare e uccidere i propri vicini di casa. E non la tutela soltanto di una parte, qualunque essa sia, che non fa altro che creare tensioni nei cittadini di fedi differenti”. (R.P.)

FONTE
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